Prodi, Bertinotti e Rutelli: opinioni diverse sul futuro della riforma Moratti…

Romano Prodi ha scelto la chat line dell’Unità per ribadire la sua posizione sul destino della riforma Moratti, che a suo parere “ha molti fondamentali punti sbagliati che vanno cambiati: la scelta a 13 anni, l’eutanasia delle scuole tecniche, la inconsistenza nella difesa del diritto allo studio, la mancanza di rilievo delle autonomie scolastiche“. “Veda lei“, ha detto al suo interlocutore telematico, “se questo vuol dire abolire la legge o modificarla“.
Alla vigilia delle “primarie” per la leadership dell’Unione, Romano Prodi si mantiene in cauto equilibrio tra la posizione abrogazionista della estrema sinistra della coalizione e quella emendativa delle componenti più moderate, presenti soprattutto nella Margherita ma condivise anche da molti DS.
Ma che cosa accadrebbe se prevalesse la tesi abrogazionista? Secondo Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione Comunista ma anche principale competitore di Prodi nelle primarie, l’Unione dovrebbe “limitarsi ad abrogare senza avere la fretta di legiferare un corpo organico di leggi sulla scuola in un breve periodo“. Servirebbe piuttosto “un’inchiesta sullo stato della scuola, dando un ruolo di primo piano a docenti, ricercatori, studenti“. Insomma, sembra di capire, tempi lunghi e riforme parziali.
Diversa è la posizione della Margherita, che per bocca di Francesco Rutelli e della nuova responsabile scuola del partito, Fiorella Farinelli (con un importante passato di sindacalista nella CGIL e di assessore al Comune di Roma quando Rutelli ne era sindaco), respinge l’idea di azzerare tutto e ricominciare da capo, e che comunque preferisce avere un approccio sistemico alla riforma: un approccio che, malgrado tutto, caratterizza la riforma Moratti – e che si ritiene utile mantenere.