Prima di tutto gli anticipi/1: nella primaria per 89 mila bambini

Nella legge di riforma l’unica norma immediatamente operativa è quella degli anticipi di iscrizione, mentre per tutto il resto occorrerà attendere i decreti legislativi delegati.
Come annunciato dal ministro, verranno riaperte le iscrizioni con una nuova circolare che, con tutta probabilità, verrà emanata non appena la legge di riforma sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Per circa 180 mila famiglie italiane che hanno figli che compiranno l’età di tre o sei anni entro il 28 febbraio 2004 si apre un dilemma: approfittare della possibilità offerta dalla legge oppure continuare a seguire i tempi d’iscrizione canonici (a tre anni nella materna e a sei nella primaria)?
Degli 89 mila potenziali anticipatari per la scuola primaria, una quota di circa 6 mila bambini sceglierà la scuola paritaria e gli altri 83 mila la statale. Di questi ultimi un certa quota, difficile da quantificare (10 mila? 13 mila?), è già stata iscritta in barba alle disposizioni, confidando nell’approvazione della legge. Per gli altri 70-73 mila che restano è l’ora della scelta.
Data l’assoluta novità di questo istituto normativo dell’anticipo, è difficile prevedere il livello di adesione delle famiglie. Probabilmente per questo primo anno potrà esserci un’adesione del 60-70% (risorse finanziarie permettendo), mentre negli anni successivi, superata la condizione di straordinarietà, la decisione potrebbe gradualmente rientrare nelle scelte ordinarie della famiglia italiana.
Ciò potrebbe significare che “l’onda anomala” degli anticipi, anziché essere frantumata in due anni, potrebbe protrarsi per altri due o tre anni con effetti meno dirompenti sugli organici delle classi.
In Europa l’Italia non è sola nell’anticipo, perché l’obbligo comincia a quattro anni nell’Irlanda del Nord, nei Paesi Bassi e in Lussemburgo, a cinque in Inghilterra e in Scozia, a cinque anni e mezzo in Grecia. Di diversa idea i paesi scandinavi, nei quali l’obbligo inizia tra i sei anni e mezzo e i sette.