Pesante la dispersione scolastica nelle Isole

In questo anno scolastico 2008-2009, 31 studenti ogni 100 di quelli che erano partiti cinque anni fa nelle prime classi degli istituti statali superiori non sono più a scuola. Già dispersi e passati, forse, ad altre attività lavorative o formative, hanno abbandonato prima di giungere alla meta finale del diploma: più di tre su dieci. E non è poco.

Quel 30,9% che ci tiene lontani anche dall’Europa e che costituisce un problema sociale di non lieve entità, rispecchia la situazione media nazionale, ma l’Italia ha forti differenze territoriali anche in questo fenomeno della dispersione scolastica e registra situazioni regionali comprese tra un minimo del 22,2% e un massimo del 36,7%, un divario che acuisce un fenomeno già di per sé poco positivo.

Ben al di sotto di quella media del 30,9% si trovano gli studenti dell’Umbria e del Molise (dispersione solamente al 22,2%), seguiti dai friulani (23,2%) e dai marchigiani (23,3%).

Al di sopra della media nazionale, anche in termini significativi, si trovano la Sicilia (36,7% di dispersione al termine dell’ultimo quinquennio), la Campania (35,9%), la Sardegna (35,2%) e, a sorpresa, la Lombardia (34,2%).

La situazione peggiore resta complessivamente quella delle Isole attestata quest’anno sul 36,4%, un tasso di dispersione comunque inferiore a quello degli ultimi anni quando i livelli nei medesimi territori non scendevano sotto il 39%.

La dispersione scolastica più bassa si registra nei territori del Nord Est (27,3%), di poco inferiore a quella delle scuole del Centro che quest’anno hanno fatto registrare il 27,8%.