Personale Ata: una maggiore spesa di 720 milioni di euro per l’intera anzianità

Nonostante la legge Finanziaria 2003 intenda ridurre del 6% in tre anni l’organico dei collaboratori scolastici (bidelli), una nuova tegola, di circa 720 milioni di euro, sta per cadere sull’amministrazione scolastica alla ricerca di risparmi.
È infatti in arrivo una sentenza che potrebbe avere un incremento di spesa imprevisto (e un corrispondente vantaggio economico per il personale). Vediamo di capire cosa succede.
Un accordo tra i sindacati della scuola e gli Enti locali prevede che il personale Ata ex comunale, passato dagli Enti locali allo Stato, sia inquadrato nei ruoli statali non secondo l’anzianità di carriera posseduta, ma con il sistema della temporizzazione, cioè con conferma della retribuzione percepita e collocazione nella progressione di anzianità corrispondente.
Il personale, anche se ha dovuto attendere mesi per percepire quanto dovuto (e c’è chi sta ancora aspettando l’inquadramento), con questo sistema non ci perderebbe un euro.
La modalità di inquadramento non è tuttavia piaciuta ed è stata impugnata. Risultato: il Tribunale di Roma ha riconosciuto il diritto degli ex comunali di avere valutata tutta l’anzianità giuridica maturata nella carriera di provenienza. Questo inquadramento secondo anzianità effettiva collocherebbe gli ex comunali in posizione molto più vantaggiosa, visto il più favorevole trattamento economico statale.
Facciamo un po’ di conti: se si stima una maggiore retribuzione pro-capite pari a mille euro per ciascun anno del triennio 2000-2002, in caso di applicazione generalizzata, si avrebbe, con gli oneri riflessi, una maggior spesa per l’erario di circa 360 milioni di euro (circa 700 miliardi di vecchie lire).