Per scegliere una buona scuola non bastano le prove Invalsi

Intervista del Corriere alla presidente Anna Maria Ajello

Il Corriere della sera riporta un’intervista della presidente Invalsi, Anna Maria Ajello, che risponde a chi avanza la richiesta di rendere pubblici i risultati delle prove Invalsi, in modo da consentire alle famiglie di scegliere la scuola più adatta ai propri figli.

Valutare una scuola solo sulla base dei risultati Invalsi – esordisce l’Ajello – non ha senso. Le prove Invalsi sono solo uno degli indicatori della qualità di una scuola.

Dopo aver ricordato che le prove si riferiscono alle prestazioni dei ragazzi soltanto su due materie, con conseguente esclusione del complesso degli apprendimenti e delle competenze dei ragazzi, la presidente precisa che Dire che rendere pubblici i test Invalsi servirebbe ad aiutare i genitori a scegliere la scuola migliore per i propri figli, significa attribuire all’Invalsi un ruolo che non ha.

L’Ajello esplicita così il suo pensiero: Se per esempio dovessi iscrivere mio figlio alla scuola primaria e fossi in dubbio tra un istituto con dei risultati Invalsi migliori, ma più lontano da casa, e quello sotto casa che è andato un po’ peggio nell’Invalsi, ma ha un bel giardino e ambienti ricchi di materiali didattici e che prende in carico con cura gli alunni che hanno specifiche difficoltà, io non esiterei a scegliere il secondo”.

Come acquisire, dunque, le informazioni che servono?

In merito alla difficoltà di reperire informazioni sugli istituti, “da luglio le cose cambiano, perché per la prima volta verrà pubblicato il rapporto di autovalutazione delle scuole, il cosiddetto Rav. Un documento – spiega l’Ajello– che prevede 49 indicatori, uno dei quali è costituito dai risultati Invalsi, pesati però rispetto allo status socio-economico degli studenti e al contesto di provenienza. La presidente conclude in questo modo: Perché non avrebbe senso confrontare la prestazione dei ragazzi di una scuola di Trento con quelli di Scampia”.