Per l’Ocse l’Italia non spende poco per gli insegnanti, ma spende male

È stata presentata oggi a Londra l’anteprima del rapporto annuale sull’istruzione elaborato dall’Ocse, che sarà diffuso domani.

Circa l’istruzione secondaria, Andreas Schleicher, responsabile delle ricerche sull’istruzione dell’Ocse, ha commentato che in quest’area “l’Italia spende molto denaro”. Il problema è che “paga però molti professori dando loro uno stipendio molto basso”.

“La spesa – secondo Schleicher – non è il difetto principale dell’Italia”. Che anzi, per quanto riguarda la scuola primaria investe più risorse della media Ocse – 6.835 dollari per alunno contro 6.252 dollari – mentre per la scuola secondaria è in linea con la spesa Ocse – 7.648 dollari contro 7.804. Il vero problema dell’Italia è invece “come vengono spesi” i fondi elargiti dallo Stato. “Esattamente il contrario – ha aggiunto Schleicher – di quanto fa, ad esempio, un paese come la Corea del Sud”. Dove, spiega, invece il numero dei professori è minore e il loro stipendio è più alto.

Circa gli stipendi degli insegnanti, questi sono inferiori alla media Ocse (un maestro elementare con 15 anni di esperienza guadagna circa 29.287 dollari, in sesta posizione secondo la media rilevata dall’organizzazione internazionale) e crescono meno (11 per cento tra il 1996 e il 2006 contro il 15 per cento della media Ocse), ma i loro carichi di lavoro sono “relativamente bassi”. Gli insegnanti della scuola primaria, ad esempio, svolgono 735 ore di lezione l’anno contro le 812 della media Ocse. Ma gli alunni tra i 7 e 14 anni stanno in aula più ore: 8.000 rispetto alle 6.907 della media dei paesi membri dell’Ocse..

Il rapporto conferma infine lo svantaggio degli studenti italiani nelle materie scientifiche, rispetto ai coetanei dai 15 anni in su. L’indice P.I.S.A. che misura il rendimento in queste materie per l’Italia è fermo a 475 punti, contro i 500 della media Ocse e i 563 dei primi della classe, i finlandesi.