Pantaleo (Cgil), a rischio diritto allo studio

Test ingresso, nuovo Isee e riduzione delle risorse disincentivano la frequenza dell’università

Tra test d’ingresso, nuovo Isee e riduzione delle risorse, i nostri studenti rischiano di perdere il diritto costituzionale allo studio“: questo il timore di Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil.

 “La lotteria dei test d’ammissione ad alcuni corsi di laurea – osserva il sindacalista – ha creato nuove polemiche e il panico delle decine di migliaia di studenti che sperano così di poter realizzare la loro aspirazione a studiare e laurearsi in una Facoltà scientifica importante per la loro vita. Ciò avviene però mentre, anno dopo anno, diminuiscono le immatricolazioni”.

L’Italia – sottolinea Pantaleo – “è sempre più lontana dagli obiettivi che si è data in accordo con gli altri Paesi europei: incrementare sostanziosamente il numero dei propri laureati e portare nel 2020 al 27% la percentuale di popolazione, nella fascia di età tra i 30 e 34 anni, in possesso di un diploma di istruzione superiore“.

Il meccanismo dei test non sembra, pertanto, a suo giudizio “idoneo a garantire l’accesso ai più meritevoli e rappresenta, in molti casi, un disincentivo pesante a intraprendere gli studi universitari. Nel corso degli anni si è potuto sperimentare come le procedure adottate per la selezione degli studenti non abbiano avuto la necessaria trasparenza nelle prove e negli esiti dei test. Per queste ragioni, e per realizzare l’ambizioso impegno italiano in Europa, occorre lavorare per prevedere un nuovo sistema d’accesso che si basi su una reale programmazione e un diverso rapporto tra la scuola e l’università“.

Bisogna inoltre aumentare, aggiunge, “le risorse a disposizione del sistema universitario, che ha visto il proprio finanziamento in pochi anni decrescere di oltre 800 milioni di euro”.

Infine, sull’allarme della riduzione delle borse di studio il segretario generale della Flc aggiunge: “a questo si unisce la recente modifica dell’Isee, che fa lievitare gli indicatori economici patrimoniali delle famiglie degli studenti. Senza una rimodulazione delle fasce universitarie questa scelta sciagurata comporta – conclude il sindacalista – l’esclusione dalle borse di studio di un gran numero di studenti“.