Panini (FLC Cgil): abrogare la Moratti

I provvedimenti emanati dal Governo su scuola, università e ricerca devono essere abrogati. E’ per noi una scelta netta che nasce dalla inaccettabilità delle scelte di fondo contenute in questi testi“.
Così si è espresso Enrico Panini, segretario generale della FLC CGIL (già CGIL scuola), nell’intervento pronunciato la scorsa settimana a Roma, in occasione del convegno nazionale sulla conoscenza, conclusosi al teatro Brancaccio con una relazione conclusiva di Guglielmo Epifani (gli atti sono pubblicati in www.cgilscuola.it).
Una bocciatura totale, su tutta la linea, quella della CGIL, lontana dalle cautele e dalle distinzioni dell’ala moderata della coalizione di centro-sinistra. Non a caso Panini ha citato i recenti congressi dei Democratici di Sinistra e di Rifondazione, che hanno adottato in proposito la linea abrogazionista.
Per quanto riguarda la scuola la FLC propone “l’obbligo scolastico a 18 anni, con conseguente modifica delle norme che regolano l‘accesso al mercato del lavoro, entro la legislatura, con un primo passaggio all’obbligo a 16 anni entro i primi cento giorni“. Se questa diventasse la linea dell’intera coalizione di centro-sinistra, e se l’attuale opposizione diventasse maggioranza, si profilerebbe, almeno per la scuola secondaria (secondo ciclo), una riedizione a parti invertite della situazione verificatasi nel 2001, quando il nuovo governo di centro-destra dispose prima la sospensione e poi l’abrogazione della legge n. 30 (Berlinguer), che doveva trovare esecuzione dal 1° settembre dello stesso anno. Analogamente la riforma Moratti (secondo ciclo) dovrebbe decorrere dal 1° settembre 2006, quattro mesi dopo le elezioni politiche…
Più complicata, ai limiti dell’impraticabilità, sarebbe l’operazione “abrogazione” per il primo ciclo, che nell’anno scolastico 2006-2007 avrebbe alle spalle già tre anni di scuola riformata sulla base della legge 53/2003, dagli anticipi al portfolio ai nuovi sistemi di valutazione.