Ostacoli per il piano di riqualificazione dell’edilizia scolastica

Sicurezza degli alunni e semplificazione delle disposizioni sono alcune delle parole d’ordine, anzi, alcuni obiettivi che il ministro Giannini ha annunciato nel presentare in Commissione Istruzione al Senato le Linee programmatiche del suo dicastero.

Per assicurare condizioni di sicurezza ai ragazzi (e ai loro insegnanti) che vivono quotidianamente in classe, il ministro dovrà cominciare a mettere mano, ad esempio, alla contraddizione che c’è tra il Dpr 81/2009 relativo all’organizzazione della rete scolastica e il decreto 2.8.1992 del Ministero degli interni sulle norme antincendio. Il primo fissa il numero massimo di alunni per classe (29 nell’infanzia, 27 nella primaria, 28 nella scuola secondaria di I grado e 30 per le superiori), mentre il secondo fissa un indice di sfollamento inferiore: 26 persone per aula (25 alunni + l’insegnante).

Poiché sono numerose le classi che superano il limite di 25 alunni fissato dalle norme antincendio, l’Associazione Consumatori ha messo in atto non molto tempo fa una class-action contro il Miur per avere violato quelle norme e, soprattutto, per non avere attuato “l’apposito piano generale di riqualificazione dell’edilizia scolastica adottato dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, d’intesa con il Ministro dell’economia e delle finanze”, previsto dall’art. 3 del Dpr 81/2009.

Il Consiglio di Stato aveva respinto il ricorso del Miur, confermando una sentenza del Tar che aveva dato ragione al Codacons. Domanda: ma un decreto del presidente della Repubblica vale meno di un semplice decreto ministeriale?

Il ministro Giannini, nell’ambito della sua azione per la semplificazione dovrà rispondere all’interrogativo e, soprattutto, provvedere a quanto disposto dal Consiglio di Stato. L’obiettivo sicurezza nelle scuole passa anche da lì.