Obbligo di aggiornamento in servizio: circa la metà degli insegnanti non iscritta a S.O.F.I.A.

Ad oggi 1 docente su 2 non risulterebbe iscritto alla piattaforma “S.O.F.I.A.” (Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento dei docenti) a cui devono iscriversi tutti gli insegnanti statali di ruolo. È quanto riporta un servizio de Il Sole 24 ore sullo stato di attuazione dell’obbligo di aggiornamento in servizio dei docenti italiani reintrodotto nel 2015 dalla Buona Scuola.

Nel servizio pubblicato oggi, 13 gennaio, dal quotidiano, risulterebbe che dei circa 700mila insegnanti a tempo indeterminato tra posti comuni e di sostegno, attualmente in organico, solo 381mila si sarebbero registrati al portale del Ministero.

Alla piattaforma S.O.F.I.A. il portale costituito nel maggio del 2017, cui sono tenuti a iscriversi tutti gli insegnanti di ruolo, risulterebbero registrati attualmente soltanto 381.590 docenti, il cui giudizio sulla formazione ricevuta sarebbe positivo, perché il 79% di chi si è aggiornato nell’anno scolastico 2018/19 si è detto soddisfatto.

Il vantaggio della ricaduta sulla didattica quotidiana – rileva il quotidiano – nel 71% dei casi, già c’è stato o ci sarà.

Sulla base di quei dati rilevati, non è certamente fuori luogo richiamare nuovamente quanto in proposito ha proposto Tuttoscuola, pur rassicurata dalla Cisl Scuola sul permanere dell’obbligo di aggiornamento: ci auguriamo che la neo ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si metta al lavoro con i sindacati per condividere la costruzione di un quadro esaustivo dell’obbligo di aggiornamento che, ad esempio, quantifichi il minimo di partecipazione di ogni docente, ne controlli l’assolvimento alla pari delle altre prestazioni di servizio, lo finalizzi come risorsa professionale con ricaduta accertata sulla qualificazione del servizio.