Nuovo duro attacco di Galli della Loggia ai sindacati scuola

Non è la prima volta che Ernesto Galli della Loggia denuncia la responsabilità dei sindacati della scuola (e quella ancora più grande dei deboli partiti politici della prima Repubblica che glielo hanno consentito a partire dagli anni settanta dello scorso secolo) per aver demolito il ruolo storico svolto dalla scuola pubblica fin dal tempo dell’unità d’Italia nella costruzione dell’identità nazionale di un Paese di nuova formazione che non aveva alle spalle una storia unitaria e che presentava altissimi tassi di analfabetismo.

Una tesi che l’editorialista del ‘Corriere della Sera’, docente di Storia dei partiti e movimenti politici nell’università di Perugia, ha sviluppato in libri e articoli l’ultimo dei quali è uscito sul quotidiano milanese lo scorso 4 giugno con il titolo “Gli insegnanti prigionieri dei sindacati della scuola”. Prigionieri perché privi di un associazionismo professionale forte, a differenza di quanto accade in altri Paesi, come dimostrerebbe il fatto che i docenti di ruolo italiani sono rimasti in silenzio “di fronte all’ennesimo concorso burla previsto per l’immissione in ruolo di migliaia di ‘precari’”. Questo loro “mutismo culturale” sarebbe la conseguenza delle delega di rappresentanza affidata dagli insegnanti a sindacati, confederali e autonomi, che non rappresentano solo loro ma tutto il personale, dagli ausiliari ai dirigenti, e soprattutto i “precari”, prodotti a getto continuo da un Ministero incapace di gestire “concorsi veri (cioè seri: scritti e orali come dio comanda) a scadenza fissa e aperti a tutti”.

Così i sindacati finiscono per “chiedere solo e sempre l’ope legis, il «todos caballeros» comunque mascherato e ribattezzato” e sarebbero di fatto “tra i maggiori responsabili della dequalificazione della figura dell’insegnante, oltre che della sua assenza dal discorso pubblico”.

A sostegno della sua tesi Galli della Loggia porta “il profilo biografico del segretario del sindacato Cgil dei «lavoratori della conoscenza»: un tizio che palesemente in vita sua non si è seduto dietro una cattedra neppure per un’ora”. In realtà, la FLC CGIL è un sindacato che riunisce diversi settori del campo dell’Istruzione, e Sinopoli viene dal mondo universitario, da dove, dopo il conseguimento del Dottorato di Ricerca, è passato alla CGIL. Un attacco personalizzato che ha suscitato l’indignazione della segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, che ha accusato Galli di essere “superficiale, arrogante”, e soprattutto “maleducato” per aver rivolto “battute sprezzanti sul piano personale a un dirigente sindacale, cui va la mia solidarietà: un attacco indecente, che non ha niente da spartire con l’esercizio del diritto di critica”. Anche Pino Turi, segretario della Uil scuola, denuncia la tendenziosità della “elaborazione accademica degli ultimi anni, molto orientata verso gli interessi dell’élite economico finanziaria di questo paese”.

Peccato che un dibattito importante come quello che riguarda gli insegnanti, la loro formazione, il loro reclutamento, la loro carriera – e quindi nodi centrali per la qualità del sistema formativo – non si sviluppi attraverso il confronto sul merito delle idee e delle soluzioni, ma finisca in polemiche anche personali. È un segno dei tempi complicati che stiamo attraversando.