Nuove tasse per il decreto scuola, Galan non ci sta. E si dimette

Mi sono appena dimesso da relatore del decreto scuola. Questo atto è dovuto solo ed esclusivamente alla mia coscienza politica. Non posso più accettare che le uniche coperture ai decreti vengano rinvenute con nuove tasse. Basta. Meno Stato, meno tasse. Il mio non è uno slogan politico, è una battaglia che non ho intenzione di abbandonare“. Lo scrive su  Facebook Giancarlo Galan, Presidente della VII Commissione Cultura alla Camera.

Questo decreto – spiega – prevede che le coperture vengano rinvenute con una nuova accisa, la tassazione su birra e alcolici. Con enormi difficoltà abbiamo trovato coperture alternative capaci di non deprimere un mercato ad alto tasso di imprenditoria giovanile, la birra artigianale, e soprattutto di non gravare ulteriormente sui cittadini“.

Non solo – prosegue -, il mio emendamento proponeva di sanare una situazione già contestata dall’Antitrust e dall’Europa, una forma di concorrenza sleale attuata nel mercato delle Poste, Poste italiane non paga l’IVA sui prodotti di posta massiva (ad es. bollette) mentre i privati sì. Ma noi ascoltiamo l’Europa solo quando fa comodo a questo o all’altro. Purtroppo la sinistra non ha accettato. Io non intendo essere connivente a quello che considero un caso di scuola, ovvero, preferire di impoverire i cittadini piuttosto che lo Stato. Sono fedele ad un progetto e sono qua per rappresentarlo. Adesso potrei forzare la mano e far cadere tutti gli emendamenti che sono già stati votati ma non lo farò per rispetto al lavoro della commissione e soprattutto per rispetto ai ragazzi che aspettavano la reintroduzione di un diritto che gli avevano negato per errore, il bonus maturità. Ritenevo di dovere a tutti questa spiegazione: un parlamentare di Forza Italia si rifiuta di votare nuove tasse”.