Nuove Indicazioni nazionali. L’accento è sui livelli di apprendimento

Il titolo del documento predisposto dalla commissione Ceruti è “Cultura Scuola Persona. Verso le indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione“. Viene confermato quindi (anche perché previsto dalla riforma Moratti, in questo non modificata) il modello delle “Indicazioni Nazionali” come punto di riferimento per le scuole e gli insegnanti, ma la struttura e la funzione di tali Indicazioni potrebbero cambiare radicalmente. Quale direzione prenderanno le nuove Indicazioni?
Una traccia delle intenzioni dell’attuale ministro può essere individuata nel comunicato stampa ufficiale del Ministero, che parlando del documento di base del 3 aprile lo definisce come “la cornice culturale sulla base della quale, al termine di un percorso di confronto, verranno poi definiti i livelli essenziali di apprendimento per gli studenti su tutto il territorio nazionale“.
Si dovrebbe dunque andare verso la definizione di un nucleo di saperi e competenze chiave “essenziali”, e quindi presumibilmente verso Indicazioni assai più snelle, circoscritte, e riferite alle prestazioni degli studenti, rispetto ai lunghi elenchi di conoscenze e abilità contenuti nel modello elaborato da Bertagna, che lasciava di fatto agli insegnanti l’onere di individuare concreti e sostenibili obiettivi di apprendimento.
E’ auspicabile che le nuove Indicazioni si ispirino al noto motto di Montaigne, rilanciato qualche anno fa proprio da Edgar Morin, secondo il quale è assai meglio avere “teste ben fatte“, piuttosto che “teste ben piene“.