Nuova valutazione alla primaria, Nigris: ‘Docenti disorientati. Continuare a lavorare sulla valutazione in itinere’

Niente più “in via di prima acquisizione, base, intermedio e avanzato” sulle pagelle degli alunni della primaria. Nel corso del secondo quadrimestre, le scuole dovranno adeguare i criteri di valutazione presenti nel PTOF e nei registri elettronici per potere applicare l’Ordinanza che il MIM ha emanato lo scorso 9 gennaio e che, a norma della Legge 150/2024, disciplina la valutazione intermedia e finale nella scuola primaria. Una nuova modifica normativa arriva, dunque, a distanza di pochissimo tempo da quel 2020 che aveva visto l’introduzione dei livelli di apprendimento. A coordinare il gruppo di lavoro ministeriale sulla valutazione descrittiva nella scuola primaria, quell’anno, è stata Elisabetta Nigris, oggi docente di Progettazione didattica e valutazione presso l’Università di Milano Bicocca. Proprio con Nigris abbiamo cercato di capire cosa cambia per i docenti con la nuova ordinanza e cosa, invece, loro possono continuare a fare.

Professoressa, con la nuova Ordinanza Ministeriale sulla valutazione, le disposizioni dell’Ordinanza n.172 del 4 dicembre 2020 cessano di produrre effetti.  Secondo lei, quali sono i rischi legati alla continua introduzione di modifiche normative?

Come ho già avuto modo di commentare in altre sedi, l’accanimento legislativo che ha colpito la scuola in questi anni  e, in modo particolare in questi ultimi mesi, non può che nuocere alla scuola. I docenti sono disorientati e finiscono per assumere sentimenti di rassegnata diffidenza nei confronti degli organi centrali. Più specificamente, intervenire su una questione così delicata e cruciale come la valutazione a distanza di pochi anni, senza nemmeno aver verificato in modo sistematico e rigoroso il lavoro fatto dalle scuole, significa sia annullare il processo di profonda riflessione sul loro fare scuola e sul significato della valutazione, tema tradizionalmente poco trattato e considerato nel nostro sistema scolastico, sia provocare un atteggiamento di rassegnata passività nei docenti. Inoltre, si sono disperse le ingenti risorse umane e ed economiche impiegate per formare un numero considerevole di insegnanti: per la prima volta dopo anni una novità normativa era stata sostenuta da iniziative di formazione a cascata programmate dal Ministero insieme al gruppo di lavoro, per accompagnare il processo di cambiamento nella scuole. Sappiamo che i processi di trasformazione professionale, in ogni campo ma a maggior ragione in un ambito così complesso, richiedono tempi lunghi e modalità di formazione diffuse e capillari. Tutto questo non solo è stato completato ma è stato addirittura interrotto e, in parte, vanificato.
Per questa ragione, credo che il nostro compito ora, al di là del giudizio scientifico sull’ordinanza, sia quello di sostenere la scuola e i docenti nel loro sforzo di promuovere la qualità dell’offerta formativa, soprattutto di quelli che in questi ultimi anni si sono maggiormente impegnati nel applicare quello che il loro Ministero richiedeva”.

Che cosa cambia, quali sono le criticità e quali gli spazi, secondo lei, per proseguire con il lavoro fatto finora?

“Sicuramente l’introduzione del giudizio sintetico in forma di giudizio e in sei differenti livelli, come afferma chiaramente la ricerca, aumenta il pericolo di frammentare i processi di insegnamento/apprendimento così complessi e multidimensionali, ma soprattutto ci riporta su un terreno classificatorio e normativo, spingendo al confronto fra pari e all’etichettamento degli individui. Inoltre, l’introduzione dell”insufficiente’ presenta grande incoerenza col fatto che non sia possibile bocciare alla scuola primaria. Tutte le scuole di pensiero e le teorie pedagogiche, persino il comportamentismo, ci mostrano che quello che funziona per promuovere l’apprendimento è il rinforzo positivo. La ricerca didattica più avanzata poi ci ricorda che fra i fattori che aiutano gli allievi/e a migliorare nei loro apprendimenti è la restituzione dei risultati ottenuti nei termini di descrizione dei processi avvenuti, di feedback formativo”.

Cosa è possibile fare dunque?

“Come ho scritto in una lettera inviata agli studenti del mio corso di laurea che ci hanno chiesto come continuare a costruire percorsi di progettazione e valutazione coerenti a quanto studiato, l’ordinanza fra le righe lascia alcuni spazi di libertà e di continuità, pur nella proposta così differente, che è importante rintracciare e rinforzare. Quando si afferma che ‘La valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento degli alunni, ha finalità formativa ed educativa, e che promuove l’autovalutazione’ si ribadisce il rapporto fra progettazione e valutazione, si pone l’accento sul miglioramento dell’apprendimento e non sulla certificazione, e richiama la necessità di riflettere innanzitutto su cosa si propone ad allievi/e, sulle attività, sui compiti sulle richieste che facciamo a bambini/e e, soprattutto, a quello che come docenti mettiamo in atto per raggiungere gli obiettivi di apprendimento”.

Un aspetto controverso dell’ordinanza, però, riguarda proprio la richiesta di assegnare i giudizi per singola disciplina. E’ ancora possibile garantire che la valutazione rimanga coerente con gli obiettivi di competenza e i bisogni formativi degli alunni?

“Effettivamente come abbiamo spiegato ai nostri studenti e alle nostre studentesse, la valutazione della disciplina, oltre ad essere un’astrazione concettuale, è impossibile. Le conoscenze e la padronanza delle abilità relative ad un un certo ambito del sapere si presentano come un insieme prismatico e multidimensionale. Posso sapere benissimo le tabelline a memoria (cosa peraltro utile e necessaria) ma non essere capace di applicarle in problemi logico-complessi (come dimostrano anche le prove nazionali). Questo è sicuramente un passo indietro, ma credo che anche qui ci siano spazi di azione quando leggiamo che ‘le istituzioni scolastiche possono riportare nel documento di valutazione i principali obiettivi di apprendimento previsti dal curricolo di Istituto per ciascuna disciplina’ . Credo sia compito dei DS e dei docenti difendere questa possibilità in due modi: ricollegando sempre la valutazione alla progettazione, che fa riferimento ai traguardi di competenze e agli obiettivi; inoltre accompagnando la scheda con un documento descrittivo. In altre parole, come dovrebbe essere, distogliere lo sguardo dall’etichetta finale che mettiamo sulla pagella (voto, giudizio, livello) e lavorare sulla valutazione in itinere (a cui si fa comunque riferimento) e che ha costituito il vero cambiamento portato dall’ordinanza 172.
Sappiamo per esperienza e in base ai risultati della ricerca che questo motiva gli studenti, li aiuta a migliorare e li fa sentire ascoltati e compresi. Il voto, il giudizio sintetico no”.

E questo è chiaro ai genitori?

“Guardi, al di là delle voci di corridoio e degli aneddoti riportati dalla zia di turno o dal vicino in autobus, dove si è lavorato seriamente sulla comunicazione con le famiglie e condiviso con i genitori la valutazione descrittiva in linguaggio accessibile, le famiglie hanno capito e apprezzato”.

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Nei giorni scorsi Cristiano Corsini e Franca Da Re hanno approfondito il tema della nuova valutazione alla Primaria su Tuttoscuola. Inoltre, alla valutazione educativa sono dedicati anche il dossier de La Scuola che Sogniamo e gli approfondimenti de Il Cantiere della Didattica del numero di dicembre di Tuttoscuola: sfogliandolo troverai un nuovo articolo di Franca Da Re dedicato alla valutazione formativa, sommativa e all’autovalutazione, mentre con Giulio Iraci potrai affrontare il tema della valutazione in itinere senza voti nel solco della scuola democratica. E mentre Annamaria Gualtieri ed Enrica Polidoro portano l’esempio della scuola primaria in un articolo dal titolo “Valutare per motivare”Ilaria Cavazzuti e Barbara Lippi preferiscono quello di un’attività per la didattica della Storia nella secondaria di I grado. Danilo Corradi e Giulietta Stirati, del Coordinamento per la Valutazione Educativa “Aldo Visalberghi” di Roma, portano infine i risultati di un anno di sperimentazione di valutazione descrittiva in itinere. Da non perdere! Leggilo qui e abbonati per restare sempre aggiornato sulle ultime notizie della scuola.

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