Torna sul tema del numero chiuso per l’accesso all’università il nostro lettore Vittorio Barsotti, che risponde al precedente intervento .
Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.
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La questione è seria: se investire nei giovani costa, la selezione è inevitabile. Ma perchè non farla in modo diverso dai soliti test ingloba tutto e tutti?
Come mai non si vuol tener conto della continuità negli studi non tenendo in nessun conto i risultati che alle superiori i diplomati hanno ottenuto?
Non si potrebbe operare una selezione che tenesse conto, in quota del risultato complessivo, anche del background della carriera scolastica e del voto di maturità degli aspiranti?
Infine perchè non fare accedere a un limitato periodo di prova selettiva (magari un semestre universitario con tanto di specifiche tasse uiverdsitarie) tutti i potenziali studenti prima dei test?
E la continuità formativa ed il portfolio che fine hanno fatto. Dobbiamo operare ancora nela scuola e nell’università a scompartimenti stagni?
Grazie, saluti, Vittorio B.
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