Nella dispersione Nord e Sud si incontrano

Prima di assumere decisioni a tavolino sull’innalzamento dell’obbligo scolastico è forse opportuno riflettere anche sulle cause della dispersione negli istituti superiori. Cause che non dipendono solamente da fattori locali (attrazione del mondo del lavoro, condizione sociale, ecc.) e che sono connesse anche alla serietà/facilità degli studi, al rigore/tolleranza degli insegnanti, ecc.
Può capitare, infatti, che quanto a percentuale di dispersi nel quinquennio scolastico dal primo all’ultimo anno di corso, gli studenti lombardi siano attualmente pari a quelli campani, oppure che tra le regioni “virtuose” (% dispersi inferiore alla media nazionale) vi siano la Calabria (quest’anno al 24,9%) e la Basilicata (26,4%) insieme al Friuli (25,8%), alle Marche (23,6%) e all’Umbria (22,9%) ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_239-3.doc ).
La maglia nera della maggior dispersione spetta alla Sardegna (quest’anno al 41% che è comunque migliore del 43,4% dell’anno scorso) che ha toccato il minimo del 39,1% con il quinquennio pre-innalzamento dell’obbligo. La Sardegna è anche la regione che alla fine del quinquennio 95-99 ha toccato il 47,4% di dispersione, guadagnando poi nei tre anni successivi (come la Sicilia) oltre otto punti in percentuale.
Seguono la Sicilia (attualmente al 38,8%) che sei anni fa era al 42,7%, e la Lombardia (attualmente al 37,2%) che negli ultimi sette quinquenni considerati non è scesa sotto il 32,2% di dispersione.
Tra le regioni più virtuose possiamo trovare il Molise con il 22,1% di dispersione tra gli studenti delle quinte classi di quest’anno; l’Umbria al 22,9% attuale e che ha toccato il minimo storico due anni fa con il 18,4% di tasso di dispersione; le Marche attestate da due anni al 23,6%.