Mobilità 2017: congelata la legge, consentito trasferimento su scuola

Si è data molta rilevanza al fatto che l’ipotesi di accordo sulla mobilità 2017 congeli – limitatamente al 2017 – il vincolo triennale di permanenza dei docenti nella scuola (con particolare riferimento ai docenti con incarico triennale seguito alla chiamata diretta), ma c’è anche un altro ‘strappo’ dell’accordo che segna una discontinuità rispetto alla legge c.d. della Buona Scuola.

Dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali (ultimo periodo del comma 73, legge 107/15).

La legge ha previsto, dunque, che i trasferimenti dei docenti, anziché avvenire da scuola a scuola, come sempre avvenuto, avvenga da ambito ad ambito.

La ratio di questa rivoluzione è quella far passare dagli ambiti territoriali tutti i docenti che vogliono lasciare la sede di titolarità e, conseguentemente, di assoggettarli alla chiamata diretta, come avvenuto l’anno scorso per la prima volta per i docenti di ultima assunzione assegnati agli ambiti.

L’ipotesi di accordo ha congelato la legge, consentendo ancora una volta il trasferimento su scuola, anziché su ambito.

Ben più dello svincolo dall’obbligo triennale questo ritorno all’antico della mobilità rappresenta l’inversione auspicata dal sindacato rispetto alle scelte della Buona Scuola.

Si tratta di un altro attacco alla chiamata diretta, una delle significative riforme della legge 107/15 osteggiata dai sindacati della scuola, decisi a ritardarne o svuotarne l’applicazione, in attesa che (come chiede la Gilda) il Parlamento proceda alla sua abrogazione.

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