Ministro-Assessori Regionali/2: pesa il nodo dell’organizzazione della rete scolastica

Il piatto piange anche per lo schema di regolamento concernente l’organizzazione della rete scolastica che le Regioni sono tenute ad assicurare “… per l’anno scolastico 2009/2010, nel rispetto dei parametri fissati dall’art. 2 del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 23, da realizzarsi comunque non oltre il 31 dicembre 2008”.

Viceversa per gli anni scolastici 2010/2011 e 2011/2012, l’art. 3 del decreto legge n.154/2008 ha previsto, “entro il 15 giugno 2009, la stipula di un’intesa in sede di Conferenza Unificata per disciplinare l’attività di dimensionamento della rete scolastica, ai sensi del comma 4, lettera f)-ter, con particolare riferimento ai punti di erogazione del servizio scolastico“.

La maggioranza delle Regioni ha considerato non “accoglibile” la bozza di regolamento sul dimensionamento presentata dal Governo, ritenendola lesiva delle loro competenze. “Noi chiediamo – ha aggiunto l’assessore toscano Simoncini – su questo un confronto per arrivare ad intesa sulla base di documenti condivisi e di criteri che non rispondano solo ad una logica burocratica”.

Il Presidente della Conferenza delle Regioni Errani ha sottolineato che “la riorganizzazione della rete scolastica deve essere realizzata attraverso un’intesa…e pensare di anticipare surrettiziamente i contenuti di questo futuro accordo è un escamotage che non può essere accettato”. Perciò, ha concluso Errani “sarebbe stato opportuno che l’esecutivo avesse stralciato dalla versione del regolamento ogni riferimento alla definizione dei piani di dimensionamento“.

La possibilità, perciò, di trovare un’intesa formale “forte” in Conferenza Unificata sullo schema di regolamento appare assai complicata e potrebbe concretizzarsi solo se dovesse prendere corpo un pacchetto di modifiche aperte nei singoli passaggi alle proposte dei determinati interlocutori regionali.

La “trattativa” non sarà facile né agevole perché occorre in primo luogo fare chiarezza sui poteri e sugli strumenti che spettano allo Stato, alle Regioni ed agli enti locali ed infine alle istituzioni scolastiche per garantire un servizio di istruzione di qualità. Certamente sarebbe controproducente un conflitto Governo-Regioni, con inevitabili ricadute negative sulla scuola.