Merito/2 …e il gran rifiuto di Alba Sasso

Di “Opa sulla scuola (Offerta Pubblica di Acquisto, ndr) o meglio sul ministero” parla invece Alba Sasso, già presidente del CIDI, deputato e vicepresidente della commissione Cultura della Camera nella scorsa legislatura, non rieletta in questa per il mancato superamento della soglia di accesso al Parlamento da parte della Sinistra Arcobaleno.

La Sasso è molto polemica con la proposta di legge Gelmini, “che è la base del suo programma di governo” e si pone “all’inseguimento di una mitica modernità, del ‘privato è bello’, del merito agitato come una reliquia“. E si chiede “perché mai il merito sarebbe intercettato e premiato se il reclutamento degli insegnanti dovesse avvenire per chiamata diretta da parte della scuole invece che attraverso il reclutamento pubblico? (…) E se ci fossero delle scuole nettamente ‘migliori’ delle altre – ma quali i parametri di questa misurazione? -, chi avrebbe la possibilità di frequentarle?

Sasso critica pesantemente l’idea di introdurre i voucher (sulla quale anche Giavazzi ha forti riserve) ma si oppone in modo frontale anche alle altre due proposte, sostenendo che se la scelta è quella di ispirarsi al sistema britannico si andrebbe verso “una scuola di buon livello per il 12, 13% della popolazione e una scuola di bassissimo livello per tutti gli altri“.

Ma le critiche mosse dalla Sasso sono rivolte anche al fronte interno alla sinistra. “Sappiamo che analoghi orientamenti sono presenti anche nel Partito democratico“, dice la Sasso, ma sarebbe un errore che da parte dell’opposizione parlamentare “ci fossero ammiccamenti e intese soprattutto attorno all’asse centrale delle proposte della Gelmini, una per tutte la chiamata diretta degli insegnanti“.

Sasso promette battaglia a partire dalle scuole e dal territorio per “affrontare il problema irrisolto di una crescita qualitatitiva della scuola di tutti”. Primo passo – e qui Alba Sasso riprende la proposta avanzata da Tuttoscuola nel dossier presentato alla Camera il 1° aprile 2008 – è modificare la collocazione della scuola nelle scelte di investimento del paese, destinando alla formazione e alla ricerca “almeno le stesse risorse (in percentuale sul bilancio pubblico), che vengono impegnate mediamente in Europa“.

Su come impiegare tali risorse, però, le strade di Giavazzi e della Sasso vanno in direzioni molto diverse. Presto vedremo se e come il ministro Gelmini intenderà raccogliere la sfida per una strategia di promozione del merito che sappia coniugarsi con il miglioramento della qualità e dell’equità sociale della scuola italiana.