Meloni (Pd): svolta per il diritto allo studio

Marco Meloni, responsabile Istruzione, Università e ricerca del Pd, giudica positivamente l’approvazione, da parte delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, di due emendamenti al ‘decreto fare’ da lui stesso presentati come primo firmatario. 

Se i prossimi passaggi parlamentari dovessero confermare le norme sulle borse di mobilità e sul programma nazionale di diritto allo studio approvate stamane, si aprirà una pagina nuova per gli studenti italiani e il loro diritto a una piena attuazione dell’articolo 34 della Costituzione. È una piccola rivoluzione per i diritti, il merito e la mobilità, dovuta al lavoro di governo e Parlamento, che mantiene la promessa su un punto fondamentale della proposta del Pd in campagna elettorale” ma sulla quale si è registrata una larga convergenza.

Infatti“, spiega Meloni, “dai 25.000 ai 40.000 (dipenderà dai criteri fissati dal governo) studenti ‘capaci e meritevoli, ancorché privi di mezzi’ in più all’anno potranno avere una borsa di studio, e il diritto allo studio potrà contare – oltre che sul sistema di borse regionali attualmente in vigore – su un secondo polmone, su base nazionale, capace di garantire effettivamente a tutti gli studenti di scegliere liberamente in quale università studiare“.

L’obiettivo è quello di raggiungere entro la legislatura una percentuale di studenti che usufruiscono di borse di studio simile al resto d’Europa. “Dobbiamo colmare un grande divario, e passare dal 7% ad almeno il 20%. Ora, fissato questo fondamentale principio, occorre che governo e Parlamento intervengano su due fronti: il primo è la riduzione decisa delle tasse universitarie, anche in questo caso per portarle nella media dei Paesi dell’Europa continentale e per fermare l’allarmante calo delle immatricolazioni, in un Paese che ha bisogno di molti più laureati; il secondo è il ripristino immediato di una dotazione adeguata delle risorse statali ordinarie per l’Università, già ridotte del 15% negli ultimi 5 anni.