Maturità e valutazione: oltre l’ipocrisia del ‘6 in tutte le materie’

Valutazione in discussione 3

Sulla vexata quaestio della sufficienza in tutte le materie per l’ammissione alla maturità è stata raggiunta in Senato una soluzione di compromesso. La bozza di decreto varata dal Consiglio dei ministri consentiva infatti l’ammissione dei maturandi all’esame anche in presenza di qualche insufficienza, purché fosse raggiunta la media del sei considerando tutte le discipline, condotta compresa.

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Il paragrafo del decreto che prevedeva questa possibilità sarà soppresso su richiesta praticamente unanime della Commissione (si tratta di una “condizione” per il parere favorevole), ma il Consiglio di classe potrà ammettere alla maturità anche coloro che hanno un voto inferiore al 6 in una o più discipline a condizione che queste insufficienze siano visibili e pesino negativamente nel calcolo del credito.

Ci sembra una soluzione ragionevole, che pone termine a una ipocrisia istituzionale, quasi un falso in atto pubblico, quello che costringeva i Consigli di classe a trasformare le insufficienze in “sei” per poter ammettere gli studenti alla maturità.

Riteniamo anzi che la trasparenza e la veridicità della valutazione dovrebbe essere un criterio generale, applicabile a tutti i livelli di scuola, e che nella sua applicazione andrebbe valutata seriamente l’ipotesi di eliminare le bocciature o comunque limitarle a casi estremi. In questo senso va, ci sembra, quanto indicato nel parere della Commissione per la scuola primaria. “Abbiamo specificato che potranno essere promossi”, ha detto in proposito la senatrice Francesca Puglisi, “anche i bambini con livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”. Una soluzione che potrebbe essere estesa alla scuola secondaria di primo grado e anche, in un quadro di compiuta personalizzazione degli itinerari formativi e di misure di accompagnamento per gli studenti in difficoltà, alla scuola secondaria superiore.