Mattarella: ‘La dispersione scolastica è un’amputazione civile’

Tra le grandi questioni irrisolte del nostro sistema scolastico c’è quella della dispersione, definita da Sergio Mattarella nel suo discorso di inaugurazione dell’anno scolastico 2018-2019 come una “emorragia”, “un’amputazione civile; e anche una perdita economica per il Paese”. Sono caratteristiche di un fenomeno al quale Tuttoscuola ha dedicato costante attenzione nel tempo e una cura analitica dei dati, come mostra l’ultimo dossier “La scuola colabrodo”, ripreso da importanti organi di stampa.

Anche per questo ci fa particolarmente piacere che il Presidente della Repubblica abbia messo la dispersione in cima all’elenco dei problemi da affrontare: “È nostro compito”, ha detto Mattarella, “contrastare il circolo vizioso tra povertà economica e povertà educativa”. “Nostro”, ha scandito il Presidente, cioè di tutti, non solo della comunità educante, che pure dispone di “insegnanti valorosi che dedicano impegno e non risparmiano sacrifici”. Ma “la scuola è un patrimonio comune e come tale va curato da tutti nel nostro Paese”: avere “una scuola che funziona bene può aiutare il Paese a togliersi le ingessature”. Per questo va prima di tutto recuperata la sua funzione di motore di mobilità sociale: un “grande traguardo, che corrisponde pienamente ai principi della nostra Costituzione”, ma che va conquistato.

Mattarella non è ovviamente entrato nel merito delle proposte per combattere la dispersione per ragioni prima di tutto istituzionali (è un compito che spetta al Governo) ma anche perché, rispetto alle tre precedenti inaugurazioni dell’anno scolastico (la prima nel 2015) il contesto politico è radicalmente cambiato con la formazione di una maggioranza parlamentare, come quella giallo-verde, costituita da partiti che nella precedente legislatura erano all’opposizione.

È vero che l’attuale ministro dell’istruzione Bussetti, presente alla cerimonia, sembra orientato a gestire, più che a stravolgere, la renziana ‘Buona Scuola’, ma per ora non si dispone di elementi significativi per capire se e quanto egli vorrà implementare le indicazioni, ben presenti nella legge 107 (comma 1), che finalizzano la “piena autonomia delle istituzioni scolastiche” al conseguimento di una serie di obiettivi come “contrastare le disuguaglianze socioculturali e territoriali”, “prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica”, “garantire le pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini”, e tutto questo rispettando “i tempi e gli stili di apprendimento” delle studentesse e degli studenti. Un programma che certamente non dispiacerebbe a Mattarella…