Obbligo di mascherina a scuola, contrarie Veneto e Trento. E se usassimo le visiere?

“Ai ragazzi sopra i sei anni sarà chiesto di usare la mascherina a scuola”. A dichiararlo lo scorso 19 agosto è stato proprio Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, non lasciando più spazio a dubbi. Eppure dalle Regioni iniziano ad arrivare le prime indicazioni contrarie. E’ il caso per esempio di Veneto e Trento che hanno detto “no” alle mascherine in classe. E non mancano i pareri contrari alle mascherine a scuola anche da parte di esperti. 

Noi lavoriamo perché gli studenti non abbiamo bisogno della mascherina in classe”. Sono le parole utilizzate dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, intervenuto a motivare quello che potrebbe essere lo scenario di settembre nelle scuole trentine. Tra le spiegazioni, ha detto che “è già stato fatto un grande lavoro sul distanziamento”, sostenendo che “non ci sia bisogno delle mascherine durante le lezioni”. Anche Antonio Ferro, responsabile del servizio prevenzione dell’Azienda sanitaria, si è mostrato favorevole alle parole di Fugatti: “Siamo in contatto continuo con il Dipartimento Istruzione e c’è stato un fattivo confronto con i sindacati che ha portato all’adozione delle linee guida. Al momento, con questi dati, le indicazioni restano quelle. Anche da Roma non sono arrivate indicazioni contrarie e il parere del Comitato tecnico scientifico non è stato recepito dal governo”.

Per Elena Donazzan, assessore all’istruzione della regione Veneto l’uso prolungato della mascherina durante le lezioni sarebbe “una tortura”. Come riportato da laRepubblica, l’esponente di Fratelli d’Italia si dice quindi contraria all’obbligo della mascherina. Ha spiegato che “la mascherina servirà durante la ricreazione o nei momenti di assembramento, come può essere l’ingresso o l’uscita da scuola, ma non è pensabile di imporla durante l’arco delle lezioni. Per una presunta tutela della salute rischiamo di fare danni ancora peggiori alla salute stessa”. L’assessora ha altresì dichiarato che anche il presidente Luca Zaia è d’accordo con tale posizione. Per i ragazzi e i docenti del Veneto, dunque, secondo Donazzan “sarà sufficiente il distanziamento”.

Non mancano pareri contrari all’utilizzo delle mascherine in classe anche da parte di esperti. E’ il caso, per esempio di Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di malattie infettive e tropicali e ordinario di infettivologia all’Università di Roma Tor Vergata, che in un’intervista rilasciata a IlMessaggero ha dichiarato: “Mi sembra poco realizzabile che bambini di 6 o 7 anni possano indossare la mascherina per tutta la permanenza in classe. Imporre una dorettiva sapendo già che sarà in parte disattesa, soprattutto dai bambini più piccoli, non mi pare la soluzione migliore. Ora l’esigenza più forte è riaprire le scuola – ha detto ancora Andreoni – nella consapevolezza che partiranno inevitabilmente dei focolai scolastici e sarà importante saperli contenere tempestivamente”.

C’è anche chi chiede l’introduzione della visiera a scuola, come ha fatto nei giorni scorsi Mario Balzanelli, Presidente della Società Italiana Sistema 118: ““Solo la visiera anti – droplets può evitare un nuovo lockdown“, ha detto. 

L’idea di utilizzare le visiere al posto delle mascherine già lanciata anche da Tuttoscuola avrebbe diversi vantaggi. I costi delle visiere sembrano più elevati delle singole mascherine, ma, rispetto a queste ultime, avrebbero una durata maggiore. Le persone che le portano non devono toglierle per parlare. In Italia già ne fanno un uso efficace alcuni gestori di locali. Sembra che abbiano un’efficacia protettiva più elevata di quella delle mascherine.

In vista della riapertura delle scuole a settembre la questione meriterebbe un approfondimento per un eventuale impiego, a partire dagli insegnanti soprattutto nella scuola primaria e dell’infanzia.