Manifestazione, assemblea, occupazione: modi diversi di partecipare

Ha fatto notizia nei giorni scorsi l’iniziativa di alcuni professori di un istituto romano che, avendo saputo da Facebook che i loro studenti stavano preparando l’occupazione della scuola, li hanno anticipati impedendo di fatto l’ingresso e vanificando il loro proposito.

Ha trovato inoltre consenso, se pur non generalizzato, il proposito di molti dirigenti scolastici aderenti all’Associazione nazionale presidi di proporre il cinque in condotta agli studenti occupanti.

La legalità non è a fasi alternate, ma deve essere a 360 gradi – si legge nel documento dell’Anp – La scuola è un bene della comunità, siamo favorevoli alla crescita degli studenti, ma non all´inganno educativo di poter sforare la legalità con le occupazioni“.

In altri tempi dichiarazioni del genere sarebbero state ritenute “antidemocratiche”. Sarà interessante vedere ora se qualche esponente politico vorrà prendere le difese di studenti occupanti.

Altre sono le forme di partecipazione legali a cui gli studenti possono aderire. C’è innanzitutto il diritto di manifestazione riconosciuto dalla nostra carta costituzionale. Ci sono le assemblee di istituto previste fin dalla metà degli anni ’70 e confermate dallo statuto degli studenti: “La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l’esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto. I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l’esercizio del diritto di associazione all’interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli studenti singoli e associati a svolgere iniziative all’interno della scuola, nonché l’utilizzo di locali da parte degli studenti e delle associazioni di cui fanno parte”.