Maggiore severità dei docenti meridionali

Dai dati degli scrutini intermedi resi noti dal Miur emerge, tra l’altro, una maggiore diffusione di insufficienze nel comportamento e negli apprendimenti nelle scuole del Sud e delle Isole.

È la prova della solita Italia divisa in due con gli studenti peggiori nelle regioni meridionali?

I numeri sembrano dare ragione a questa tesi, ma vi può essere un’altra ragione dietro il maggior tasso di insufficienze, soprattutto nel comportamento: i docenti potrebbero avere deciso di adottare una linea di maggior rigore per tentare un certo riscatto delle scuole meridionali che negli ultimi due o tre anni sono state oggetto di forte critica negativa per i bassi livelli di rendimento.

Il dato sembra confortato anche da una rapida inchiesta condotta nei giorni scorsi dal “Il Giornale” nei confronti di alcuni istituti superiori detentori della maglia nera del voto di comportamento che, guarda caso, sono tutti di regioni meridionali o insulari.

Ad esempio, nell’istituto tecnico commerciale «Mattei» di Cagliari che ha il non invidiabile primato del 12,3% di cinque in comportamento sul totale degli studenti (quasi uno studente ogni otto) il dirigente della scuola dichiara che “il nostro è un segnale di scontento che abbiamo lanciato soprattutto ai ragazzi del biennio. Li abbiamo avvertiti che il loro comportamento non ci piace e il loro impegno scolastico non è adeguato… Quello che preoccupa, però, è la diffusa mancanza di interesse per la scuola. È tutto banalizzato, i ragazzi sono svogliati soprattutto quelli di prima e di seconda. Questi alunni non studiano, sono disattenti».

Anche al tecnico commerciale «Galilei» di Vibo Valentia, dove circa il 10% degli studenti hanno avuto un’insufficienza nel comportamento, il dirigente scolastico dichiara «gli alunni si comportano male, disturbano, non vengono a scuola, si presentano in classe come se partecipassero ad una vacanza. Insomma, c’è un rilassamento generale e noi non possiamo stare a guardare: è tempo di studiare».

E l’intervento è servito «a svegliare molti ragazzi che ora sono più attenti e puntuali alle lezioni. Per i risultati scolastici bisogna aspettare, ma credo che quel cinque faccia molto male».

All’Itis «Volta» di Palermo (55 cinque nel comportamento su 1600 studenti) il dirigente dichiara «Dopo anni di demagogia e di sei politici, il cinque in condotta ci voleva. E io penso che il sistema premio-punizione funzioni, il resto sono chiacchiere».