Ma quanti sono gli abbandoni scolastici?

I dati dell'Istat e di Tuttoscuola

Sembrerebbe esserci un’apparente discordanza di dati – per chi non li guardo con attenzione – sugli abbandoni scolastici rilevati da Tuttoscuola negli istituti statali di istruzione secondaria di II grado e quelli evidenziati dal Rapporto annuale Istat sui Neet, i giovani senza formazione e senza lavoro.

Tuttoscuola, in diversi servizi, ha evidenziato come nella scuola statale superiore si perdano ogni anno tra i 190 e i 200 mila studenti che abbandonano  la scuola lungo il percorso del quinquennio che va dalla prima alla quinta. Nell’ultima rilevazione gli abbandoni sono risultati di circa 195 mila unità, pari ad un tasso di dispersione di circa il 31%. Dati che sono riportati integralmente su questo sito nella rubrica “Post-it”.

L’Istat parla invece di giovani che, dopo la scuola media, non hanno conseguito alcun titolo di studio: sono circa il 20%.

Come si spiega questa differenza di circa 10 punti in percentuale che equivalgono a circa 60-70 mila giovani in meno che abbandonano?

Cambia l’universo ai quali si riferiscono i dati e cambiano i periodi di riferimento.
Il target di riferimento della ricerca dell’Istat sono i 18-24enni di oggi, quindi tutti i giovani, non solo quelli che si sono iscritti nel 2004 al primo anno della scuola secondaria superiore statale (a cui si riferisce la rilevazione di Tuttoscuola, che misura quanti erano iscritti cinque anni dopo al quinto anno), ma anche coloro che hanno seguito altri percorsi formativi dopo la scuola media, non coincidenti con il percorso statale.
Inoltre i dati dell’Istat sono in parte costruiti su base campionaria elaborata scientificamente (non essendo ancora operativa l’anagrafe dello studente), mentre i dati presentati da Tuttoscuola sono relativi agli iscritti alle scuole statali censiti dal Miur (ed è stato quindi possibile analizzarli anche su base provinciale e regionale, evidenziando quelle sorprendenti differenze a livello territoriale descritte nei nostri servizi).

Dopo la scuola media una quota di ragazzi sceglie infatti percorsi alternativi a quello statale; altri, dopo l’insuccesso scolastico nella statale passano alla non statale o alla formazione professionale.

Una parte ritenta il percorso statale attraverso i corsi serali, contribuendo, quindi, alla riduzione complessiva dei giovani privi di diploma.

Non c’è, dunque, sostanziale discordanza tra i dati di Tuttoscuola e del Rapporto istat; entrambi, purtroppo, confermano, se pur da prospettive diverse, una pesante criticità nazionale che ci vede nelle posizioni di bassa classifica in Europa.