Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Ma l’inglese in prima e seconda elementare è obbligatorio?

Il ministro Moratti, intervenendo la settimana scorsa in Commissione Cultura della Camera, nel motivare le ragioni del mancato finanziamento ai Comuni per la gratuità dei libri di inglese in prima e seconda classe elementare (quest’anno i libri se li pagano i genitori) e nell’assicurare che, per effetto del prossimo decreto attuativo della riforma, dal prossimo anno scolastico sarà garantita la gratuità di tutti i libri, ha chiarito che per quest’anno non vi è stata previsione del contributo agli enti locali, perché “l’inglese è stato inserito all’interno di una maxi-sperimentazione“.

L’affermazione sembra un po’ azzardata, perché, se così fosse, non vi sarebbe stato l’obbligo delle scuole di aderirvi.

Il decreto ministeriale n. 61 del 22 luglio 2003 che ha introdotto da quest’anno l’insegnamento dell’inglese in prima e seconda elementare non parla infatti di sperimentazione (mini o maxi), bensì di generalizzazione dell’inglese o di altra lingua comunitaria, senza che ciò valga come anticipo della riforma (il decreto non avrebbe potuto farlo e il Cnpi non avrebbe espresso parere favorevole), ma, piuttosto, come applicazione dell’attuale ordinamento che fin dal 1990 prevedeva l’insegnamento di una lingua straniera nella scuola elementare.

Il mancato finanziamento del contributo ai Comuni per il libro di inglese in prima (e in seconda) è quindi da imputare piuttosto alla mancata programmazione della generalizzazione dell’inglese in tempi idonei per integrare (Finanziaria 2003) l’annuale stanziamento per la gratuità dei libri per l’elementare.

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