Ma la riforma abbassa l’obbligo scolastico o no?

Mentre il ddl sulla riforma scolastica è all’esame della Camera (e ci vorrà un po’ prima che torni alla ribalta della cronaca parlamentare), continua il dibattito su alcune questioni importanti.
Tra queste c’è l’obbligo scolastico che dovrebbe ritornare (secondo quanto previsto all’ultimo comma del testo Moratti) ad essere quello di tre anni fa, quando la legge n. 9/1999 non ne aveva ancora sancito l’innalzamento di un anno.
Quella legge sarà dunque abrogata come appunto previsto dall’ultimo comma dell’ultimo articolo, per consentire, con la nuova previsione legislativa, un potenziamento dell’obbligo scolastico (art. 2, comma 1, lett. c): “il diritto all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni… costituisce un dovere legislativamente sanzionato… viene ridefinito e ampliato l’obbligo scolastico di cui all’art. 34 della Costituzione…”.
Vi potrebbe essere però un problema di attuazione e di coordinamento.
Infatti, nel momento stesso di approvazione della legge di riforma le norme abrogate cesseranno immediatamente di avere validità. C’è da chiedersi se il diritto dei ragazzi per l’ampliamento dell’obbligo scolastico e formativo possa attendere i tempi dell’approvazione della legge delega e dei successivi regolamenti attuativi, per i quali è previsto un tempo massimo di 24 mesi. Una “vacatio legis” che potrebbe risultare molto pericolosa: per coloro che avranno quattordici anni quando la riforma Moratti diventerà legge, e prima dei regolamenti attuativi, l’obbligo scolastico cesserebbe temporaneamente con la terza media?