Ma davvero gli orari dei docenti italiani sono nella media europea?

Prima ancora che l’ipotesi di incremento dell’orario d’insegnamento fosse ufficializzata nel testo del ddl di stabilità, già circolavano precisazioni e dichiarazioni tendenti a smontare la tesi che, tra le possibili motivazioni di quella inattesa proposta di riforma, vi fosse l’obiettivo di volere avvicinare ai livelli europei la scuola italiana che, secondo i consiglieri del ministro Profumo, avrebbe orari inferiori alla media dei Paesi dell’Unione.

Sono state diverse le contestazioni di questa tesi e, in particolare, i sindacati di settore (in primis la Uil-scuola) hanno confutato, dati alla mano, l’idea che i docenti italiani lavorano meno dei loro colleghi europei, concludendo che il loro orario è nella media europea.

Consultando “Regard sur l’education 2011”, il rapporto che l’Ocse dedica ogni anno all’analisi dei sistemi scolastici dei Paesi di quasi tutto il mondo, si ricava però un quadro diverso.

La tabella D4.2 riporta il numero delle ore di insegnamento nelle scuole pubbliche (vale a dire quante ore i docenti stanno in cattedra, escludendo le attività funzionali all’insegnamento, individuali e collegiali, che sommate alle prime compongono l’orario di servizio complessivo). Il confronto non è su base settimanale, bensì su base annua, considerata la diversa durata del calendario scolastico e del numero dei giorni di lezione dei diversi Paesi. Ciò che entra in gioco, passando dalla base di calcolo settimanale a quella annuale, è il minor numero di settimane lavorative che, al di là delle ferie contrattuali, si fanno in Italia. Vediamo i dati per grado di scuola.

I docenti italiani della scuola primaria svolgono 757 ore di insegnamento all’anno. La media oraria nei Paesi dell’Unione è di 778 ore e quella dei Paesi dell’Ocse di 779 ore, con una differenza rispettivamente di 21 e 22 ore sotto la media (pari a -2,7%).

I docenti italiani della scuola secondaria di I grado svolgono 619 ore di insegnamento all’anno. La media oraria nei Paesi dell’Unione è di 670 ore e quella dei Paesi dell’Ocse di 701 ore, con una differenza sotto la media rispettivamente di 51 (-7,6%) e 82 ore (-11,7%).

I docenti italiani della scuola secondaria di II grado svolgono anch’essi 619 ore di insegnamento all’anno. La media oraria nei Paesi dell’Unione è di 634 ore e quella dei Paesi dell’Ocse di 656 ore, con una differenza sotto la media rispettivamente di 15 (-2,4%) e 37 ore (-5,6%).

Se si passasse in Italia a 24 ore di insegnamento (cioè di lezione frontale), si salirebbe ben oltre la media Ocse, per allinearsi alla quale sarebbero sufficienti poco più di 2 ore settimanali aggiuntive. Forse già in questo dato si racchiude per il Governo un possibile spiraglio per uscir fuori dal cul-de-sac in cui si è cacciato.