Luigi Preti, un politico che amava la scuola

L’on. Luigi Preti, scomparso il 19 gennaio all’età di 95 anni, tra i tanti interessi politici e culturali che avevano contraddistinto la sua lunga carriera dimostrava anche una particolare e, forse, poco conosciuta attenzione ai problemi della scuola.

Lo testimonia una sua lettera di quasi quattro anni fa all’allora ministro Moratti a proposito dell’avvio di riforma della scuola media.

Riportiamo di seguito la lettera dell’on. Preti e la risposta del ministro Moratti

Questa la lettera dell’on. Preti al Ministro Moratti…

Gentile Ministro Moratti,

chi le scrive non è un ignorante.

Sono stato membro della Costituente e per tantissimi anni deputato e ministro della prima Repubblica. Ero anche amico di Angelo Moratti, ai tempi in cui era presidente della gloriosa Inter. La prego pertanto di leggermi e di voler rispondermi.

Io cerco di seguire le notizie relative alla Sua riforma, che non è così semplice come quella di Gentile, che cominciò a funzionare quando io entrai al ginnasio.

Le dirò che sono stato anche professore di liceo e di università. Non voglio discutere in questo momento i vari punti della riforma, anche perché non sono abbastanza preparato, non essendo possibile a una persona di 91 anni occuparsi di tutto.

Se non sbaglio, le ore di lezione in tutte le scuole medie sono rimaste quelle del passato (se sbaglio, me lo dica subito).

Ora la società è profondamente mutata rispetto ai tempi di Gentile e anche di De Gasperi, ed io mi chiedo come si possa fare a meno di aumentare di almeno 2 ore (ore vere) gli orari settimanali di tutte le scuole medie. La tecnologia ha fatto passi giganteschi dopo la seconda guerra mondiale, tanto che un anziano come me non riesce a seguire tutte le novità dell’evoluzione.

Quando penso alla fisica che io studiavo al liceo, mi vien da ridere!

Orbene i giovani devono ora imparare una infinità di cognizioni scientifiche, che una volta non esistevano neppure; per far ciò occorrono non poche ore di scuola.

Mi chiedo però come si possano ridurre gli insegnamenti di storia, di geografia, di italiano, ecc.

Se per dar spazio alle materie scientifiche, assolutamente necessarie, si devono ridurre le altre, ne usciranno dei giovani assai ignoranti, perché hanno studiato solo a volo d’uccello cose importantissime per la loro completa formazione. Non sapranno neppure bene che cosa ha significato l’impero romano e avranno idee vaghe del nostro Rinascimento.

Capisco che l’Italia di oggi è un Paese dove il divertimento conta più dello studio, ma mi chiedo se dobbiamo diventare come gli americani. Costoro sono scientificamente aggiornati, ma non sanno nemmeno scrivere nella loro lingua e non sanno neppure se Roma è la capitale d’Italia. L’America è un Paese grande e ricco, perché permette ai giovani più dotati di diventare scienziati e Premi Nobel, mentre l’ignoranza di tutti gli altri è larghissima.

L’Italia è un quasi piccolo Paese, che deve  contare su se stesso perché l’Europa è solamente un simpatico mito; per questo penso si dovrebbe studiare di più in tutte le scuole medie, se vogliamo in qualche modo avanzare, o perlomeno non arretrare.

La prego di gradire i miei ossequi.

Roma, 27 giugno 2005

Luigi Preti

… e questa la risposta del Ministro Moratti all’on. Preti

On. Preti,

ricordo con vivo piacere e con grande ammirazione  l’impegno civile e la passione politica che hanno contraddistinto la Sua lunga vita di parlamentare e di ministro della Repubblica.

Ritrovo nella Sua gradita lettera quei segni “antichi”, pienamente attuali e profondi, della Sua sensibilità ai problemi della nostra comunità nazionale e della Sua partecipazione alla vita pubblica che hanno caratterizzato i decenni della Sua militanza politica.

Le Sue attuali preoccupazioni per la riforma del sistema scolastico, unite anche alla saggezza di uomo di scuola e di cultura prima ancora che di politico, confortano il mio impegno per questo grande progetto riformatore che vuole consegnare ai nostri giovani, cittadini europei della società della conoscenza e dell’informazione, una condizione nuova per il raggiungimento del pieno diritto di cittadinanza.

In tutti i settori riformati, oltre ad introdurre in modo generalizzato lo studio della lingua inglese e comunitaria e dell’informatica, è stato previsto un ampliamento del curricolo di studi con orari aggiuntivi di cui gli studenti possono avvalersi con diritti di opzione, per corrispondere meglio a interessi e vocazioni personali.

Complessivamente non vi è dunque mortificazione delle discipline tradizionali, ma potenziamento e arricchimento di quelle dell’area scientifica e tecnologica, oltre ad un’attenzione a percorsi più personalizzati.

Mi è gradito porgerLe vivi ringraziamenti, congratulazioni per le Sue lucide e puntuali considerazioni che molti giovani dovrebbero invidiarLe, e auguri per una lunga “impegnata” e serena quarta età.

Letizia Moratti