L’Invalsi e i suoi compiti/2

La Direttiva (punto 4, 3° ultimo capoverso) affida all’Invalsi il compito di definire «procedure di determinazione di standard di prestazione attesi, di progettazione, somministrazione e correzione delle prove nazionali che garantiscano la trasparenza, l’imparzialità e la correttezza di tutte le fasi suddette, in modo da conseguire risultati affidabili sul piano scientifico; tali procedure – una volta definite – devono essere oggetto di ampia diffusione nel mondo della scuola e rientrare nei programmi di formazione di cui ai punti precedenti».

La Direttiva non scegliendo una delle due ipotesi, sembra che abbia voluto affidare alla responsabilità scientifica dell’Invalsi di decidere quale delle due procedure sia scientificamente migliore e, allo stesso tempo, più rispettosa, da un lato, dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e, dall’altro lato, del principio «di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori» (art. 1, co. 1 della legge n. 53/03).