L’integrazione scolastica degli stranieri: una difficile sfida da vincere

L’ultima recente statistica prodotta dal ministero dell’istruzione sugli alunni con cittadinanza non italiana presenta un calo degli italiani (-1,5%) ed un aumento degli stranieri (+2,2%) per un’incidenza di questi ultimi del 10,3% sulla popolazione scolastica. Sono dati che da tempo ormai costituiscono una tendenza alla crisi demografica in atto nel nostro Paese alla quale fa fronte in modo via via più stabile la presenza di figli di immigrati.  Questi numeri, anzi queste persone, inoltre, dimostrano come la nostra comunità sia pure tra mille ostacoli e nuovi pregiudizi sia aperta. la consapevolezza di questa multiculturalità può renderci tutti più forti.

I ricongiungimenti familiari avvenuti a seguito di lavoratori che dovevano fronteggiare carenze di mano d’opera, hanno incrementato la parte più giovane della nostra società, inserendo nelle scuole nuovi nati, così detti di seconda generazione. Da qualche tempo gli alunni di origine migratoria rappresentano una componente dinamica del nostro sistema scolastico che contribuisce con la sua crescita a contenere la flessione della popolazione scolastica complessiva, derivante dal costante calo degli studenti italiani. Senza questi italiani in pectore avremmo meno studenti (e quindi anche meno docenti), meno lavoratori e quindi meno pensioni che permettono l’equilibrio dei conti previdenziali.

La preoccupazione all’inizio è stata quella di integrarli nel nostro sistema fino a che oggi si registrano tassi di scolarità che progressivamente tendono ad uguagliare quelli degli italiani, soprattutto nelle scuole di base ed eventuali ritardi sono dovuti all’inserimento nelle classi inferiori rispetto all’età a causa delle carenze linguistiche, il che poi incide su tutta la carriera scolastica.

Ormai la distanza nei risultati tende ad affievolirsi, soprattutto nelle ragazze, e i test di apprendimento dimostrano che il sostanziale bilinguismo talvolta dovuto al retroterra familiare aiuta nelle lingue straniere più del nostro monolinguismo. La statistica ministeriale continua a censire la distribuzione degli stranieri per classe come ai primi tempi del loro inserimento, mentre classi con ben oltre la presenza del 30% di alunni provenienti da famiglie straniere sono in grado di trasformare la fisionomia della classe stessa portandola a livelli di internazionalizzazione a beneficio anche degli alunni italiani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA