Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

L’insegnamento in lingua di un’altra materia è una grossa sciocchezza

Si innesta nella discussione sul tema dell’attuazione, nel prossimo anno scolastico, di un insegnamento in lingua inglese di una disciplina non linguistica nelle classi quinte dei licei e dei tecnici, il lettore Thomas Bottalico, la cui email volentieri pubblichiamo.  

Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sull’argomento, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Da docente di lingua e civiltà francese da anni non amo, di solito, partecipare a forum e discussioni in genere. Le conoscenze e competenze linguistiche in Italia sono molto scadenti e, in alcuni casi, quasi inesistenti. Non vengono rispettati infatti i programmi ministeriali nella parte relativa alle metodologie e scarsa ed insufficiente è molte volte la conoscenza della civiltà del paese. Nella maggior parte dei casi vengono propinati ai nostri malcapitati ragazzi quantità dissennate di esercizi di grammatica e traduzioni, i ragazzi parlano poco e male, esprimendosi  a volte a gesti, non riescono a fare i necessari collegamenti disciplinari con altre materie ed altri mondi, cosa necessaria per il vero apprendimento linguistico.

La civiltà consiste, in molti casi, nell’ascolto dell’ultima canzonetta, o nella visione del solito film in laboratorio alla mercé di patetici personaggi chiamati lettori di madrelingua, nella maggior parte dei casi oriundi che non vanno nel loro Paese da decenni, chiamati per nome dagli studenti, intrattenitori/trici a buon mercato, mentre la prof. si dedica a compilare il registro, spesso ancora pateticamente cartaceo, mentre i ragazzi vengono intrattenuti.

E’ questa la situazione vera da cui partire. L’insegnamento in lingua di un’altra materia è, scientificamente  parlando, una grossa sciocchezza ed una fatica inutile per i ragazzi oltre ad uno spreco di denaro pubblico che andrebbe invece destinato a qualificare, formare e motivare gli insegnanti.

Chi conosce veramente le lingue, mi sembra non sia il caso dei Soloni  del ministero, sa bene che una lingua è qualcosa di vivo, di organico legato al vissuto. al modo di vedere il mondo e di interpretare la realtà di un dato popolo, ed alla sistemazione organica di una x materia che varia molto, per cui quel tipo di insegnamento diventa solo una sterile traduzione. I nostri ragazzi, per esempio,che seguono i corsi di Medicina in lingua inglese sanno o dovrebbero sapere che, nonostante la fatica, quella Laurea non ha valore alcuno nei Paesi anglofoni data la differenza di programmi ed impostazioni.

Cordialmente. Thomas Bottalico – Bari

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