Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

L’inglese potenziato ha messo in imbarazzo la Gelmini in Europa?

A Bruxelles il 12 maggio scorso, nell’incontro dei ministri europei dell’istruzione per rivedere gli obiettivi di Lisbona e fissare nuove strategie e tempi per il loro conseguimento, è stata valutata anche la proposta della Commissione europea per il potenziamento linguistico, elaborata appositamente nei mesi scorsi.

La Commissione, riguardo alle competenze linguistiche degli studenti del primo ciclo, ha proposto questo criterio di riferimento: almeno l’80% degli alunni del primo ciclo dell’insegnamento secondario dovrebbero imparare almeno due lingue straniere.

Tale proposta risponde all’obiettivo fissato dal Consiglio europeo di Barcellona concernente l’apprendimento di almeno due lingue straniere sin dai primi anni. Vi è stato di recente un rapido incremento per l’insegnamento delle lingue nei primi anni di scuola. Nel 2000, al 40% degli alunni del primo ciclo scolastico era impartito l’insegnamento di due lingue straniere; nel 2006 tale percentuale era salita al 52%. Il fine è stimolare ulteriormente questi progressi.

Ma in Italia dal prossimo anno scolastico, in qualche caso circoscritto, anziché due lingue comunitarie, ve ne potrebbe essere una sola, l’inglese. Ciò in base alla possibilità, lasciata alle famiglie che iscrivono figli alla scuola secondaria di I grado, di avvalersi del cosiddetto inglese potenziato.

Peraltro le condizioni per consentire questa scelta risultano poco praticabili dopo che la circolare sugli organici ha previsto la stabilizzazione dei docenti della seconda lingua comunitaria, diversa dall’inglese.

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