L’estate scorsa il ministro Giannini aveva dichiarato di essere intenzionata ad introdurre l’insegnamento dell’inglese alle elementari fin dalla prima classe.

Qualche giorno dopo, forse perché qualcuno le aveva fatto notare che l’inglese alle elementari c’era già da tempo fin dalla prima classe, aveva precisato che quella in atto era soltanto a carattere sperimentale.

Poi la proposta si è andata delineando meglio: intendeva dire che non si riferiva all’insegnamento ordinario dell’inglese, bensì, sempre a cominciare dal primo anno, all’insegnamento di una materia non linguistica in lingua inglese (clil).

Ma come? In prima elementare non ci sono ancora insegnamenti per discipline e se ne vuole insegnare una, comunque, in inglese? E con quale competenza professionale dei docenti?

Nell’intervista al Corriere, finalmente l’ultima (forse) versione: il clil si adotterà nelle quarte e quinte classi. All’osservazione che da dieci anni il clil viene tentato con poco successo alle superiori e che quest’anno si soprassiede a farne oggetto di prova alla maturità, la risposta del ministro è stata decisa: “noi impostiamo un modello nazionale per la prossima generazione di insegnanti di inglese”.

Insomma, inglese nelle elementari ad ogni costo.