L’incubo dei cortei separati

Uno spettro si è aggirato sullo sciopero di oggi, uno spettro che nei giorni scorsi ha fatto discutere animatamente il popolo della sinistra sindacalizzata: uno o due cortei? E se il corteo sarà uno solo, potranno parlare tutti, anche i rappresentanti dei Cobas?
Appelli appassionati all’unità sono comparsi in vari siti, per esempio su quello dell’associazione “Proteo Fare Sapere” (www.proteofaresapere.it), e in alcuni quotidiani come il “Manifesto” (“Unire le forze”) e “Liberazione” (“Due cortei, errore da evitare”). Appelli vani, perché alla fine è mancata la volontà di fare un unico corteo: e a ogni buon conto ciascuna organizzazione aderente allo sciopero ha fatto sapere che ci andrà con le proprie specifiche motivazioni.
Affiorano sospetti incrociati: l’ala movimentista, sostenitrice dello scontro frontale “a prescindere” (dall’esito della contrattazione), fa dire per esempio a un militante le seguenti parole: “Se davvero i vertici sindacali (CISL e UIL in particolare) stessero per firmare un accordo sull’art. 43 (il tutor, per capirci), (…) che logica ci sarebbe nel chiamare la categoria che essi rappresentano ad una mobilitazione nazionale che culminerà in uno sciopero con manifestazione, mentre stanno per firmare un accordo che è motivo stesso dello sciopero?”.
E’ significativo che frasi di questo tenore circolino in Internet su siti, come quello di Proteo Fare Sapere, che partecipano attivamente al confronto interno alla sinistra politica e sindacale. Sembra quasi che per i fautori dello scontro duro, senza se e senza ma, l’obiettivo primario della contrattazione non debba essere il successo, ma al contrario il fallimento della stessa.
Comunque al di là delle piattaforme diverse e per molti aspetti inconciliabili resta il disagio dei docenti che vedono crescere l’incertezza e la precarietà nelle condizioni di lavoro.