Liceo Virgilio: la maggioranza silenziosa esce allo scoperto contro prevaricazioni e violenze

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Il liceo Virgilio di Roma continua ad essere al centro dell’attenzione mediatica.

Dopo l’occupazione delle settimane scorse con party a base di alcool, droga e sesso libero da parte di una minoranza di studenti (accompagnati anche da ex-studenti), nei giorni scorsi per due volte nel cortile della sede del liceo in via Giulia sono state fatte scoppiare bombe-carta durante le lezioni, e sono stati attivati anche gli allarmi di evacuazione.

Bravate, hanno minimizzato alcuni genitori; atti di teppismo accompagnati da intimidazioni, sostengono altri.

La dirigente scolastica, Carla Alfano – che si è vista costretta più volte a denunciare gli accaduti, i danneggiamenti e le violenze – ha ricevuto numerose attestazioni di solidarietà da parte di colleghi.

In un’intervista rilasciata al “Corriere della sera” la dirigente scolastica – che dopo il crollo di una parte del tetto del liceo, aveva pensato che l’occupazione fosse l’inizio di un impegno politico per la sicurezza – si è dovuta ricredere “C’è stata l’occupazione, un’iniziativa anormale, strumentalizzata. Una gazzarra: sesso, droga e alcol, altro che impegno politico. Questi qui non sanno nemmeno cosa sia. Sono una minoranza di soggetti che comanda su una maggioranza silenziosa, troppo silenziosa”.

E quella maggioranza silenziosa, in questo caso di genitori, è uscita allo scoperto (ma non troppo) con una lettera pubblicata da “Il Messaggero” in cui, pur mantenendo l’anonimato nel timore di rappresaglie di cui potrebbero essere vittime i loro figli, hanno espresso forte sostegno e piena solidarietà alla dirigente (che da settembre è reggente del liceo), auspicando un ritorno alla normalità per non compromettere l’anno scolastico e denunciando, senza termini, “veri e propri atti di guerriglia, qualificati superficialmente da qualcuno come goliardia.” 

“Moltissimi genitori – scrivono in questa lettera – sovrastati da una minoranza rumorosa, non hanno potuto dire a chiare lettere ciò che pensano e cioè che, fermo restando il diritto degli studenti ad esprimersi e manifestare, non è possibile continuare in questo modo, con iniziative che non hanno nulla a che fare con la libera espressione e che sconfinano nel vandalismo, nella violenza e nella prevaricazione”.