Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

L’Expo, la scuola e i quattro teppistelli figli di papà

L’Expo è una grande occasione per il nostro Paese: porterà il mondo in Italia e gli italiani nel mondo, in un viaggio attraverso il cibo e il tema della nutrizione. Per la scuola sarà un’ottima opportunità educativa“. Così si è espressa il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini nel giorno dell’apertura dell’Expo 2015 di Milano.

Un concetto rilanciato in termini più generali dal premier Matteo Renzi, che nella grande manifestazione milanese vede una dimostrazione di efficienza del Paese e del suo governo, che sul successo dell’Expo ha scommesso quando prevalevano scetticismo, frustrazione e timore di “non farcela”. 

Una grande occasione dunque, per la scuola e per il Paese, per dimostrare vitalità, intraprendenza, capacità realizzative. E, dal punto di vista di Renzi, un successo del governo del fare, che giunge alla vigilia dell’approvazione definitiva dell’Italicum, prevista per lunedì 4 con voto a scrutinio segreto dopo i tre voti di fiducia imposti a una minoranza del Pd riottosa, e dopo che anche il Ddl sulla Buona Scuola – l’altro obiettivo di prima grandezza nella strategia del premier – sembra avviato a rapida approvazione, almeno alla Camera.

Fatti che fanno assumere al capo del Governo atteggiamenti di grande fiducia e sicurezza come quello mostrato subito dopo le devastazioni provocate nel centro di Milano dalla componente violenta del movimento ‘No Expo’. “Quattro teppistelli figli di papà non riusciranno a rovinare l’Expo“, ha detto Renzi echeggiando alla lontana il manzoniano “Và, và, povero untorello, non sarai tu quello che spianti Milano“.

Città che peraltro si è subito messa al lavoro per rimediare ai danni provocati dai “teppistelli”. Una grande lezione di educazione civica per i due milioni di studenti attesi all’Expo.

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