
Il Parlamento europeo ha adottato, con 335 voti favorevoli, 279 contrari e 69 astensioni, una risoluzione sul multilinguismo sostenuta da Pse, Alde e Verdi/Ale che modifica in alcune parti la relazione di Vasco Graca Moura (Ppe/De, PT).
Nella risoluzione, il Parlamento sostiene la promozione dell’apprendimento di due lingue straniere, in particolare europee, a scuola e nella formazione continua, per favorire la mutua comprensione, l’inclusione sociale e l’occupabilità.
L’organo legislativo europeo rileva che le lingue regionali e minoritarie sono un patrimonio culturale da salvaguardare. Ai migranti, specie i bambini, occorre agevolare l’apprendimento della lingua del paese che li ospita.
L’Aula ribadisce “la necessità di riconoscere la parità tra le lingue ufficiali dell’Unione europea in tutti gli aspetti dell’attività pubblica“. Anche perché la diversità linguistica dell’Europa costituisce “una risorsa culturale di grande importanza” e sarebbe quindi un errore se l’Ue si limitasse a una sola lingua principale. Esorta pertanto gli Stati membri a integrare il multilinguismo, oltre che nell’ambito dell’istruzione, anche nelle politiche in materia di apprendimento permanente, inclusione sociale, occupazione, mezzi di comunicazione e ricerca.
Dal punto di vista scolastico, la raccomandazione del Parlamento europeo è quella di promuovere l’apprendimento, oltre che della lingua materna, di altre due lingue a scuola e nella formazione continua e includere lo studio facoltativo di una terza lingua straniera nella scuola secondaria. Nell’apprendimento di altre lingue europee, una dovrebbe essere la lingua di un paese vicino e l’altra una “lingua franca” internazionale.
L’ultima raccomandazione riguarda la presenza, a ogni livello formativo, di insegnanti di lingue straniere qualificati, da integrare con provvedimenti indirizzati a favorire la mobilità professionale dei docenti e la cooperazione tra scuole di diversi paesi: agli Stati membri si consiglia di effettuare scambi del personale docente a diversi livelli formativi, affinché le varie materie scolastiche possano essere insegnate in più lingue.
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