Lettera aperta al Segretario della CGIL Scuola

Diesse, l’associazione di insegnanti legata alla Compagnia delle Opere (www.diesse.org), ha pubblicato una lettera aperta al segretario nazionale della Cgil-scuola, Enrico Panini, di invito ad una riflessione sul rapporto tra politica della spesa e qualità del servizio di istruzione nel nostro Paese.

Diesse parte dei recenti dati Ocse sullo stato dell’istruzione nei Paesi aderenti, Italia compresa, e constata che complessivamente la spesa per l’istruzione in Italia è considerevolmente elevata e che negli ultimi anni è aumentata più del Prodotto interno lordo del Paese.
Insomma gli investimenti per l’istruzione ci sono stati (con merito dei diversi governi che si sono succeduti negli ultimi anni), ma, sempre secondo l’Ocse, la qualità dell’istruzione da noi non è proporzionale allo sforzo finanziario del Paese, visto che i nostri studenti sono tra i meno preparati.

Diesse si chiede (e chiede) a questo punto: “sono i governi che si sono succeduti che hanno sbagliato, oppure c’è un concorso di responsabilità che ha determinato una situazione come quella che è sotto gli occhi di tutti? Possibile che non ci sia nessuna relazione tra la politica della spesa e la qualità dell’offerta di istruzione che si è appiattita su standard non all’altezza delle necessità di una società in evoluzione? Possibile che la discussione sul ruolo dell’insegnante debba essere ricondotta alla difesa del posto di lavoro, pure giusta, o alla definizione delle funzioni che è chiamato a rivestire, e non anche al ripensamento del suo stato giuridico?”

L’associazione, nel rilevare che si assiste in questo inizio di anno scolastico a una vera e propria chiamata alla rivolta da parte della Cgil Scuola contro l’applicazione della riforma Moratti, chiede a Panini: “Non sarebbe il caso di sostenere il tentativo di porre la scuola italiana alla pari di quella europea mettendosi d’accordo con la controparte ministeriale su alcuni obiettivi di fondo e alcune strategie irrinunciabili, piuttosto che dichiarare guerra a ogni prospettiva di cambiamento?