Letizia come Margaret?/2. Perché no
Sul piano sostanziale un confronto tra Letizia Moratti e Margaret Thatcher è comunque improponibile. 
 Intanto perché la Thatcher, prima di assumere la leadership dei conservatori e del governo inglese (1978), aveva già accumulato una consistente esperienza politica e anche governativa (era stata ministro dell’Educazione in un governo Heath), mentre la Moratti è nata, ed è rimasta, ministro eminentemente “tecnico” . E poi, e soprattutto, perché la portata innovativa della riforma della scuola avviata dalla Thatcher (non parliamo in questa sede di università e di ricerca) è stata di gran lunga superiore a quella che può derivare dalla ancorché completa attuazione della riforma Moratti.
 Per avere conseguenze paragonabili a quelle verificatesi in Gran Bretagna con l’introduzione del National Curriculum e delle altre riforme realizzate a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, la riforma Moratti avrebbe dovuto avere almeno alcune delle seguenti caratteristiche:
 – assicurare una effettiva pari dignità socio-culturale e consistenza organizzativa all’istruzione liceale e a quella tecnico-professionale (almeno 50 e 50%, con un solo liceo economico e un solo liceo tecnologico);
 – definire in forma standardizzata, riferita alle prestazioni degli allievi, i risultati attesi a conclusione dei diversi cicli e percorsi, liberalizzando le modalità organizzative e didattiche, rimesse all’autonomia delle scuole;
 – prevedere esami finali da parte di commissioni esclusivamente esterne;
 – sviluppare l’autonomia delle scuole statali fino al punto di consentire a ciascuna di esse (o almeno a un campione significativo di esse) di reclutare i docenti, il dirigente scolastico e quello amministrativo;
 – ridefinire lo stato giuridico dei docenti prevedendone l’articolazione tra diverse figure a professionalità (e retribuzione) progressivamente arricchita nel corso della carriera;
 – promuovere un robusto sistema nazionale di valutazione indipendente, sul modello ISTAT;
 – creare un grande e ramificato servizio ispettivo a sostegno dell’innovazione, indipendente dal potere burocratico.
 Va anche detto che la Thatcher realizzò le sue riforme non da ministro dell’educazione ma da premier, e dopo un certo numero di anni. Ma Letizia Moratti, conclusa l’esperienza governativa, sembra ora avviata a scelte diverse…
 
                                  
                                  
                                 
                                 
							 
		 
		 
		
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