Lega all’attacco/1. Il bambino colorato (di verde)

Può darsi che il colore verde non sia per i leghisti quella ‘ossessione’ che viene loro attribuita dagli avversari, però è vero che ministri e sottosegretari di questo partito-movimento non perdono occasione per fare sfoggio di (a volte improbabili) cravatte, foulard e fazzoletti verdi.

E se i dirigenti si permettono questo, c’è quasi da capire (che non vuol dire giustificare) l’incontenibile entusiasmo cromatico di un militante di base come Oscar Lancini, sindaco di Adro, che del verde ha fatto un uso intensivo – quasi come del simbolo del ‘Sole delle Alpi’ – nel polo scolastico intitolato al padre nobile del leghismo Gianfranco Miglio.

Poteva farlo? O dovrà di nuovo intervenire il ministro Gelmini per chiedere al Comune di Adro di utilizzare colori più neutri, dato che il combinato-disposto simbolo più colore (verde) amplifica il significato politico delle scelte fatte per l’arredo della scuola?

Valuterà il ministro, che a proposito del simbolo ha già detto che “si è dovuto constatare con rammarico la collocazione diffusa di un simbolo di valenza politica come il Sole delle Alpi” e che la cosa andava stigmatizzata perché “le istituzioni scolastiche hanno l’obbligo di assicurare la neutralità dell’insegnamento“.

Ragionamento ineccepibile: vale anche per l’eccesso di verde? E se non vale, che cosa si potrebbe obiettare, domani, all’adozione di divise verdi per gli alunni del verde polo scolastico di Adro? Può un sindaco, sia pure sostenuto da una maggioranza quasi bulgara (62% nel caso di Adro) di consensi popolari, colorare di verde (o di qualunque altro colore) una istituzione scolastica pubblica e i suoi alunni?