Le università del Sud in rivolta. Una battaglia di retroguardia

Come riferisce Gabriella Grimaldi in un informato articolo sulla Nuova Sardegna, l’università di Sassari è una di quelle finite in fondo alla classifica compilata dall’ANVUR e dal Ministero per stabilire quali atenei italiani siano meritevoli o meno di accedere ai finanziamenti per sostituire il personale in uscita. Classifica compilata sulla base dei bilanci: più sono in rosso e minori sono le  possibilità di sostituire chi va in pensione.

L’università di Sassari, in base a questo criterio, non potrà sostituire i 30 dipendenti che andranno in pensione con più di 4, forse 5 neoassunti. L’anno prossimo andrà meglio, perché il turn over potrà arrivare al 50%, ma per quest’anno la spesa per il personale è troppo alta: il rapporto tra uscite (stipendi) ed entrate (tasse e fondo di funzionamento ordinario) supera l’80 per cento (84,69) e questo determina l’assegnazione di pochi “punti organico”: nel caso di Sassari 1,52 (ciascuno di questi punti corrisponde al costo annuale di un dipendente, 118mila euro lordi per un professore ordinario, il 70 per cento di questa cifra per un associato e il 50 per un ricercatore), corrispondente al 6,86 per cento del personale in uscita.

Sotto il 10 per cento si collocano 15 atenei, quasi tutti situati nel centro-sud: Bari, Cassino, Catania, Foggia, Messina, Molise, Napoli Federico II,Napoli seconda università, Palermo, Bari Politecnico, Roma Tor Vergata, Sassari, Siena, Teramo, Udine.

A protestare con più forza sono soprattutto le università meridionali, che con varie motivazioni si considerano ‘discriminate’. Hanno ragione? Secondo noi no (salvo casi, da dimostrare, di errori) perché dietro le proteste c’è in realtà la contestazione di principio della valutazione, e la richiesta di ottenere finanziamenti ‘a prescindere’, in un’ottica assistenzialistica che fa a pugni con quella ricerca di efficienza, qualità e competitività che dovrebbe essere nel DNA delle università.

E che cosa pensano di fare, in questa situazione, le università che si sentono ‘discriminate’? Rimboccarsi le maniche, trovare altre fonti di finanziamento, fondersi con altri atenei più ‘virtuosi’? Macché, alcune università, tra cui Sassari, si apprestano a fare ricorso al TAR. Eh già, l’Italia non è forse la ‘patria del diritto’?