Le regole sulla mobilità ignorano i problemi della continuità didattica

Il contratto integrativo sulla mobilità del personale scolastico per il 2010-2011 è in dirittura d’arrivo, ma, stando ai resoconti sindacali degli incontri al Miur, non dovrebbe riservare sorprese.

Interverrò sulla mobilità territoriale e professionale del personale di ruolo con opportune limitazioni temporali e intendo dare la possibilità ai dirigenti scolastici di confermare per più anni nella stessa sede il personale non di ruolo che ha ben operato, in modo da ridurre la girandola delle cattedre“. Lo aveva dichiarato a settembre il ministro Gelmini nell’intervista a Tuttoscuola.

Un uguale impegno era venuto in campagna elettorale, nel corso del confronto organizzato da Tuttoscuola, da due esponenti politici dei fronti politici opposti: la senatrice Bastico (allora vice ministro dell’istruzione) e l’on. Aprea (attuale presidente della commissione Cultura della Camera).

Anche quest’anno, invece, non verranno posti limiti ai trasferimenti degli insegnanti, come sostanzialmente avviene da sempre.

Il ministro Moratti ci provò con il decreto l.vo 59/04 che disponeva “Il miglioramento dei processi di apprendimento…nonché la continuità didattica, sono assicurati anche attraverso la permanenza dei docenti nella sede di titolarità, almeno per il tempo corrispondente al periodo didattico”.

La norma però non trovò applicazione per resistenza dei sindacati che la ritenevano lesiva delle prerogative contrattuali. Una resistenza che evitò l’applicazione minima della legge (due anni di permanenza obbligatoria nella stessa sede) fino al cambio di governo quando, con il neo-ministro Fioroni, nell’estate del 2006 la norma venne disapplicata con contratto sindacale.

Il ministro Fioroni, l’anno dopo, ritornò sulla questione, inserendo la stessa norma in un ddl Bersani-ter che però non vide mai la luce.

Ora, se non vi sarà una nuova legge, sarà molto difficile che sia il sindacato in sede di contrattazione integrativa a introdurre una limitazione sulla mobilità dei docenti.

Il nulla di fatto di oggi nasconde un ripensamento sull’efficacia delle modifiche ai trasferimenti o la necessità di non aprire per ora altri fronti con il sindacato?