
Le ragioni dellelevato rapporto italiano docenti/alunni
Nei giorni scorsi il governatore della Banca d’Italia Draghi ha incontrato il ministro Fioroni. E’ probahile che nell’incontro si sia parlato del “Quaderno bianco sulla scuola”, pubblicato nelle settimane scorse a cura dei ministeri dell’economia e dell’istruzione.
Il Quaderno riserva un’analisi particolare al rapporto docenti/alunni, rilevando alcuni fattori che sono alla base della situazione italiana (più docenti) rispetto ai Paesi Ocse.
I fattori determinanti, secondo il Quaderno, sono individuabili nei seguenti quattro punti riportati nella tabella 1.9 della pubblicazione:
– Rapporto insegnanti/studenti = scuola primaria: in Italia 9,3 docenti ogni 100 studenti mentre è 5,9 nei Paesi Ocse; secondaria I grado: 9,7 Italia e 7,3 Ocse; secondaria superiore: 8,7 Italia e 7,9 Ocse. Questo primo determinante che vede l’Italia con un rapporto molto più elevato di quello dei Paesi Ocse è anche la conseguenza dei tre determinanti che seguono.
– Impegno orario degli studenti = scuola primaria: 970 ore annue Italia e 788 Ocse; secondaria I grado: 963 ore in Italia e 894 nei Paesi Ocse; secondaria superiore: 908 Italia e 910 Ocse.
– Impegno orario annuo dei docenti = primaria: 726 ore Italia e 805 Ocse; secondaria I grado: 594 ore Italia e 704 Ocse; secondaria superiore: 594 ore Italia e 663 Ocse. Il confronto è circoscritto alle sole ore di insegnamento, con esclusione di altri orari di servizio.
– Numero studenti per classe = primaria: in Italia media 18,4 alunni per classe, Ocse 21,4 alunni per classe; secondaria I grado: 20,9 alunni per classe, Ocse 24,1.
Dall’analisi del Quaderno si può trarre la conclusione che il rapporto finale docenti/alunni dipende dall’orario delle lezioni, dall’orario di insegnamento e dalla media di alunni per classe. Ma sono soprattutto gli ultimi due i fattori che possono determinare un cambiamento significativo nel rapporto docenti/alunni. Tuttavia solamente un grande patto sociale e una qualità diversa dell’offerta di servizio, accompagnati da una ridistribuzione delle risorse finanziarie di sistema, possono a nostro avviso aprire la strada ad interventi riformatori di tanta portata.
Quello che non si ricava dal Quaderno, ed emerge invece nel “1° Rapporto sulla qualità nella scuola” di Tuttoscuola, è l’estrema disomogeneità sul territorio che caratterizza il sistema formativo italiano: per il rapporto alunni/classe nella primaria ad esempio si passa dal 15,8 della Calabria, lontanissimo dall’Europa, al 20,2 della Puglia o al 19,8 dell’Emilia Romagna, vicini alla media Ocse.
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