Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Le quattro dimensioni dell’educazione futura, anzi “al futuro”

Come preparare oggi gli studenti ad un futuro nel quale essi saranno probabilmente chiamati a fare lavori nuovi, che ora non esistono, o a fare lavori vecchi in modo totalmente nuovo, rivoluzionato dalla velocità iperbolica con la quale procede l’innovazione tecnologica?

Alla domanda ha provato a rispondere Charles Fadel, fondatore e presidente del ‘Center for Curriculum Redesign’, in un webinar promosso la scorsa settimana dall’Ocse, nel corso del quale lo studioso, che oltre che con l’Ocse collabora con il MIT di Boston, la Harvard’s Graduate School of Education e altri importanti centri di ricerca pubblici e privati, ha presentato l’ultimo libro, appena pubblicato, di cui è coautore, intitolato “Four-Dimensional Education. The Compet

Learners Need to Succeed”, con prefazione di Andreas Schleicher, direttore della divisione Education dell’Ocse.  

Il mondo che si prospetta ai giovani, argomenta Fadel nella prima parte del volume, è un VUCA World: VUCA è l’acronimo di quattro aggettivi, che nella sua previsione caratterizzeranno il mondo futuro: Volatile, Uncertain, Complex, Ambiguous. Perciò imprevedibile, salvo che per il sicuro accantonamento di una serie di attività lavorative che diventeranno in pochi anni obsolete o inutili o fuori mercato o eseguite da robots intelligenti. Come preparare i giovani a vivere e lavorare nel VUCA World?

L’educazione dovrà svolgersi in un ambiente a quattro dimensioni interagenti, di cui solo la prima è stata finora curata dai sistemi scolastici, quella delle conoscenze (Knowledge). La seconda dimensione è quella delle competenze (Skills), riferite però non solo alla capacità di affrontare problemi di tipo tecnico, ma soprattutto a quella di gestire l’imprevisto e il nuovo: creatività, pensiero critico, disponibilità al lavoro di gruppo e al cambiamento. Competenze soft o, come sono state spesso definite nel dibattito italiano, ‘trasversali’. La terza dimensione è quella della strutturazione della personalità dello studente che apprende, che Fadel riassume nel termine Character. In questo caso più che di competenze (che afferiscono comunque a un fare) si dovrebbe parlare di disposizioni, atteggiamenti, doti personali, modalità dell’essere che influiscono sulla qualità degli apprendimenti e che le scuole che guardano al futuro dovrebbero coltivare in tutti gli studenti: consapevolezza (Mindfulness), curiosità, coraggio, resilienza ma anche moralità (Ethics) e imprenditività (Leadership). La quarta dimensione, che interagisce con le altre tre, è quella che Fadel chiama Metalearning, cioè la capacità di imparare a imparare (Metacognition) unita alla crescente consapevolezza di poter governare e orientare l’intero processo di apprendimento continuo (Growth Mindset).

Un affresco potente e coinvolgente, quello disegnato dallo studioso americano, sul quale contiamo di tornare in modo più approfondito. Seguiteci.  

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