di Valeria Biasi,
Dipartimento di Scienze della Formazione, Università degli Studi “Roma Tre”
In continuità con le riflessioni promosse sui canali di Tuttoscuola e sempre nell’ottica dell’analisi dei risultati della ricerca scientifica accreditata a livello nazionale e internazionale, e quindi su basi empiricamente dimostrate (evidence based), grazie alla considerazione dei quali diviene possibile intervenire più consapevolmente sulle scelte di politica culturale e scolastica, ci occupiamo in questo intervento delle opportunità (o condizioni) offerte dal contesto per una la gestione delle dinamiche conflittuali in ambito educativo, al fine di garantire una maggiore produttività e soddisfazione professionale.
Nel determinare le dinamiche relative a relazioni interpersonali orientate ad uno scopo educativo, concorrano molti fattori ai quali intendiamo riferirci in base a riferimenti sperimentali pertinenti (Eysenck, 1996; Pianta, 2001; Biasi, 2004, 2011):
a) Le proprietà socio-affettive della relazione: struttura paritaria o verticale versus ruolo supportivo o competitivo;
b) Le opportunità offerte dal contesto: influenze ambientali, conflitti riguardanti lo sfondo economico e politico, difficoltà logistiche che possono ostacolare o meno il farsi della relazione;
c) Gli atteggiamenti di chi è coinvolto nella relazione educativa, e i sistemi di valori e di aspettative in cui si inserisce l’intero rapporto (valori sociali, culturali, con le relative aspettative individuali più o meno definite).
Le influenze del contesto socio-ambientale nel co-determinare i rapporti con i colleghi o con i superiori sono facilmente rilevabili attraverso interviste libere o guidate, direttamente condotte con i docenti.
Un’analisi delle influenze del contesto socio-ambientale sulla relazione educativa è stata svolta nel 2004 e ripetuta nel 2014 grazie ad un sondaggio specifico, registrando una buona stabilità nei risultati principali. L’indagine era volta ad indagare la natura dello stress nella professione docente in un campione di scuole romane con organizzazione didattica modulare o a tempo pieno (Istituti Comprensivi, comprendenti Scuole Elementari e Medie).
E’ stato applicato un protocollo per un’intervista a domande aperte relative ai motivi personali di soddisfazione e insoddisfazione nel lavoro scolastico e si è intenteso rilevare un’eventuale influenza dell’organizzazione scolastica sui conflitti esperiti dai docenti.
Sono stati considerati vari indicatori per l’interpretazione dei risultati del sondaggio: la quantità di questionari restituiti, la quantità e la qualità degli aspetti problematici reperiti, la quantità e la qualità degli aspetti soddisfacenti reperiti.
I questionari restituiti sono risultati circa il 40% di quelli distribuiti: questa percentuale contribuisce a sottolineare le resistenze iniziali che un sistema di valutazione degli aspetti conflittuali tende ad incontrare.La loro analisi, inoltre, ha fatto rilevare, in sintesi, motivi di soddisfazione nell’attività professionale che vanno dalla libertà di insegnamento all’ armonia e collaborazione tra colleghi, alla stima delle famiglie, ai progressi scolastici degli allievi, all’ avere un buon rapporto con gli allievi, al sentire di avere buone capacità relazionali e di aver seguito le proprie attitudini, al vivere in un clima rilassato e sereno, allo svolgere responsabilmente il proprio lavoro.
I principali motivi di insoddisfazione nell’attività svolta, sono risultati i seguenti.
a) Scarsa considerazione sociale del lavoro svolto dagli insegnanti.
b) Bassa retribuzione.
c) Carenze nelle strutture scolastiche.
d) Scarsa collaborazione da parte delle famiglie.
e) Mancanza di collaborazione fra colleghi.
f) Disattenzione da parte dell’organizzazione all’equa distribuzione delle risorse (sussidi didattici, interventi di sostegno, ecc.).
g) Pochi riconoscimenti al merito.
h) Scarsa considerazione del proprio impegno professionale.
i) Non avere strumenti adeguati che pongano la scuola al centro dell’innovazione nel futuro del Paese (dallo studio della lingua straniera, alle aule multimediali).
j) Quando non si ottiene impegno da parte degli alunni.
k) Mancanza di spazi ambientali dove svolgere lavoro creativo con gli alunni.
l) Impossibilità di operare in spazi più ampi ed attrezzati.
m) “Errori” nel rapporto con i bambini.
n) Mancanza di un’atmosfera gioiosa e familiare nella scuola.
o) La burocrazia.
p) Scarse opportunità di aggiornamento.
q) Non ricevere gratificazioni dai Capi d’Istituto.
r) Incertezza riguardo all’organizzazione futura.
Come vediamo, tra questi motivi di insoddisfazione vi sono varie voci relative ad una organizzazione istituzionale vissuta come deficitaria.
Per quanto riguarda il micro-contesto, si va dalla carenza di strutture e di spazi ampi ed attrezzati, alla distribuzione non equa delle risorse interne.
Per quanto riguarda il macro-contesto socio-politico ed economico, si va dalla scarsa retribuzione, ai pochi riconoscimenti al merito, da parte di una organizzazione scolastica che non incentiva a migliorarsi, non gratifica l’impegno, non promuove una leale competitizione e non riconosce avanzamenti di carriera.
Il sondaggio, i cui risultati sono stati riferiti collettivamente ai gruppi di insegnanti partecipanti, e debitamente discussi, è risultato valido per l’aquisizione di una maggiore consapevolezza degli aspetti positivi e, soprattutto, delle difficoltà e dei conflitti incontrati dagli insegnanti medesimi nello svolgimento della loro attività; e ha offerto informazioni utili ai fini della coordinazione e programmazione delle attività di sostegno alla funzione docente previste nell’ambito del “Piano dell’Offerta Formativa” delle varie istituzioni scolastiche coinvolte.
Si torna così a sottolineare che l’intento, previsto nell’ambito della innovativa gestione autonoma delle istituzioni scolastiche, era tra l’altro quello di rispondere ai bisogni dei docenti e di permettere l’ottimizzazione delle risorse professionali, a chiaro vantaggio dell’utenza: intento che permane tuttora.
Non solo gli atteggiamenti dei membri di una organizzazione possono rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di condizioni di sovraccarico di stress e per il conseguente deterioramento delle relazioni interpersonali, tra cui quella a scopo educativo; ma anche la struttura organizzativa – di cui lo stile di Leadership è un fattore centrale -, ed il contesto socio-ambientale, possono costituire fattori di rischio nella medesima direzione.
Per garantire una buona dinamica relazionale, dalla quale in base ai riferimenti scientifici di settore si rileva come possano discendere benessere e produttività in ogni organizzazione, sarà utile porre attenzione oggi, anche per la scuola, ad entrambi questi fattori, ed alla loro reciproca interazione.
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