Le probabili modifiche allo schema di decreto

Inquadrato così il contesto, a questo punto il primo scoglio da superare è il parere della Conferenza unificata.
Il 10 dicembre, sarà sciolta positivamente la questione della quantità di tempo. Non sono ancora note le modifiche che sarebbero state sostanzialmente concordate in questa settimana durante gli incontri di approfondimento tecnico, ma è certo che sarà chiarito, nell’articolato, che il tempo potrà estendersi sino a 40 ore settimanali. Confermerebbe questo orientamento anche la dichiarazione dell’onorevole Valditara (AN) che ha portato l’adesione del suo partito a tale proposta, già avanzata dall’Anci (v. TuttoscuolaNEWS n. 127 del 24 novembre).
La proposta Anci non è una mera questione quantitativa: propone di portare l’elevazione delle attività didattiche dalle attuali 99 ore a 198 (l’aumento complessivo di orario moltiplicherebbe a dismisura l’esigenza di organico). E non è la stessa cosa dare 33 ore settimanali di attività didattica e 7 di mensa, ovvero 30 ore di attività e 10 di mensa.
Passato, in un modo o nell’altro, il vaglio della conferenza unificata, espletate le audizioni che al Senato iniziano il 10 dicembre, le commissioni parlamentari esamineranno nel merito il provvedimento.
Ora, se il testo varato dal Governo fosse stato blindato, come chiedeva il sottosegretario Aprea tempo fa, la maggioranza poteva anche far quadrato, ma aperta la strada delle modifiche… quanti altri vorranno far valere le loro proposte?
Non è un mistero che l’Udc tenterà di intervenire sulla figura del tutor, cancellando la rigidità del suo orario, e di mantenere il modulo nella scuola elementare.
Ecco quindi perché le curiosità e le attese delle famiglie, legittime e peraltro stimolate dalle campagne informative di segno opposto a cui sono sottoposte in questo periodo, allo stato delle cose non possono ancora essere completamente soddisfatte. Ma nei prossimi mesi, o forse già nelle prossime settimane, il quadro – in un senso o nell’altro – si dovrà chiarire.