Le nuove Indicazioni hanno abbassato lasticella?
Sempre più la scuola secondaria superiore è scuola di massa. Lo è diventata ancora di più da quando, con l’innalzamento dell’obbligo istruzione varato una prima volta nel 1999 e riconfermato una seconda volta dal 2008, ha riportato nelle prime classi degli istituti superiori migliaia di ragazzi recuperati dall’abbandono e dalla dispersione scolastica.
Ma il livello complessivo di conoscenze e di competenze di questi milioni di ragazzi (gli istituti superiori sono frequentati oggi da oltre due milioni e 600 mila ragazzi) qual è?
Difficile dirlo con esattezza, ma, stando alle rilevazioni internazionali, riferite soprattutto ai ragazzi dei primi anni di corso, si direbbe che mediamente i livelli di apprendimento non siano per niente confortanti. Se il livello medio degli apprendimenti è basso, le nuove Indicazioni nazionali ne debbono tener conto? E debbono tenerne conto anche le Linee guida dei nuovi tecnici?
Sembra che a questa domanda sia stata data risposta affermativa, soprattutto per quanto riguarda le schede predisposte per la definizione delle Linee guida dei nuovi istituti tecnici. Scorrendo, infatti, gli obiettivi di apprendimento delle diverse discipline di studio del primo biennio dei settori economico e tecnologico si ha la netta impressione che l’asticella sia stata abbassata.
Vengono richieste conoscenze, abilità e competenze definite in taluni casi in modo talmente generico da autorizzarne, da parte degli insegnanti, una interpretazione minimalistica.
Si tratta evidentemente di obiettivi alla portata media dei ragazzi di oggi. Ma c’è da chiedersi se, in questi casi, è la scuola che deve adeguarsi allo standard cognitivo esistente oppure, traguardando gli obiettivi europei e internazionali, deve puntare più in alto senza abbassare l’asticella.
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