Le linee programmatiche del ministro. Un anno dopo

Il ministro Moratti presentava al Parlamento nel luglio del 2001 le linee generali del suo programma, nel quale fissava obiettivi anche a breve scadenza. Abbiamo verificato i più importanti.
“Il decreto legge varato per l’avvio dell’anno scolastico costituisce un primo passo per rilanciare il ruolo dell’amministrazione scolastica nella sua funzione di servizio rispetto alla organizzazione scolastica”: è stato il primo passo importante, deciso con tempestività e senza esitazione (anche se per quest’anno le premesse per bissare e consolidare il successo dell’anno scorso non sembrano proprio esserci).
“Percorso di revisione parlamentare della legge 30 in tempo utile per avviare il nuovo anno scolastico 2002-2003 secondo le nuove indicazioni”: Berlinguer è stato cancellato, ma il disegno di legge di revisione non ha ancora avuto la prima approvazione in Parlamento; difficile che diventi legge dello Stato entro il 2002.
“Una vera autonomia delle istituzioni scolastiche comporta che si prevedano al più presto organi di governo all’interno di ogni istituto”: ma il disegno di legge di riforma degli organi collegiali d’istituto è rimasto impantanato alla Camera; se ne parlerà in autunno, forse.
“Appare opportuno definire, tempestivamente, uno specifico ambito contrattuale per il personale docente ed una disciplina coerente con la piena attuazione dell’autonomia delle scuole”: il ministro Frattini ha respinto la richiesta giudicandola inattuabile.
“Bandiremo al più presto il primo concorso, dopo ormai dodici anni, per il reclutamento dei dirigenti scolastici”: l’ennesimo incontro per definire l’avvio delle procedure di bando il 30 luglio di un anno dopo è stato rinviato a data da destinarsi.
Dopo un anno, anche il ministro Moratti forse scopre a sue spese che governare il sistema scolastico italiano è molto più difficile che amministrare la RAI o una grande azienda. E che è diverso dal comandare.